Pur apprezzando la matrice teorica epistemologica e filosofica generale (sostanzialmente razionalistica) di Popper, Lakatos prende le distanze dal falsificazionismo, maturando posizioni alternative che si incarneranno nella proposta teorica della metodologia dei “programmi di ricerca” scientifici. Secondo Lakatos la scientificità di una teoria non dipende dalla sua falsificabilità, innanzitutto perché essa non è affatto semplice da confutare: non saranno soltanto pochi esperimenti a far sì che essa venga messa in dubbio (gli scienziati parlano di anomalie, difficilmente di confutazioni), inoltre non esistono confutazioni a sé stanti, ma è necessaria una teoria migliore. Il concetto di “programma di ricerca” porta infatti a considerare la scienza non come una singola ipotesi o teoria, ma un insieme di esse, che consistono in un nucleo (la parte di programma più tenacemente difesa da chi lo condivide) e una “cintura protettiva” di ipotesi ausiliarie, verso cui deviare le eventuali obiezioni. Il programma di ricerca, che deve tendere alla previsione di fatti nuovi (e non alla spiegazione di fatti già noti), può in questo senso avere successo (sostenendo l’urto dei controlli) oppure cedere, e venire archiviato in favore di un nuovo programma. Solo in questo senso la scienza sarà matura e avrà un vero e proprio potere euristico.
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