Multa apud Caesarem legimus de Gallorum moribus et eorum religione. Ii maxime Mercurium deum colunt; illius sunt multa simulacra; eum cunctarum inventorem artium aexistimant, itinerum ducem mercatorumque patronum. Post eum Galli Apollinem, Martem, Iovem et Minervam colunt. De illis diis opinionem fere quam reliquae gentes habent. Nam Apollo morbos depellit, Minerva operum atque artificiorum initia docet, Iuppiter imperium caelestium tenet, Mars bella regit. Illi Galli praedam belli plerumque devovent, ut sibi eius favorem concilient, et, cum hostes superaverunt, animalia, quae ceperunt, immolant reliquamque praedam in unum locum excipiunt. Postquam suis opibus hostes fuderunt, multis in civitatibus exuviarum tumulos exstruunt.
Versione tradotta
In Cesare leggiamo molto sui costumi dei Galli e la loro religione. Essi venerano tantissimo il dio Mercurio; di lui ci sono molte statue; pensano che egli sia inventore di tutte le arti, guida dei viaggi e protettore dei commercianti. Dopo questo i Galli venerano Apollo, Marte, Giove e Minerva. Su quegli dei hanno più o meno (la stessa) opinione degli altri popoli. Infatti Apollo sconfigge le malattie, Minerva insegna le basi delle arti e dei mestieri, Giove ha il comando celeste, Marte governa le guerre. A quello i Galli offrono soprattutto il bottino di guerra, affinché ottengano il suo favore nei loro confronti e, dopo aver sconfitto i nemici, immolano gli animali che hanno catturato e raccolgono in un'unica zona il restante bottino. Dopo aver sconfitto i nemici con le loro truppe, ammassano in molte città tumuli di spoglie.
- Letteratura Latina
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