FORME EDUCATIVE CRISTIANE E MEDIEVALI. La nascita della Chiesa e l’educazione
Con la nascita e la diffusione del Cristianesimo si realizza una radicale trasformazione dei valori del mondo antico e vengono introdotti importanti elementi di novità in ambito culturale e sociale.
I valori professati dal Cristianesimo, antitetici rispetto a quelli dominanti nella cultura romana dell’ Impero, furono inizialmente contrastati e i primi cristiani perseguitati.
A partire dal I secolo d.C. si assistette ad una graduale affermazione della Chiesa cattolica fino a quando, nel 380 con l’editto di Tessalonica, la religione cristiana si era ormai affermata come religione dell’Impero.
I principi pedagogici in epoca cristiana si orientano in base a quelli religiosi espressi nelle Sacre Scritture e nei Vangeli. Non più soltanto la famiglia, ma anche la Chiesa e la società stessa, svolgono una fondamentale azione educativa permettondo la diffusione del messaggio di Cristo e dei valori di amore, uguaglianza, solidarietà.
Agostino. Agostino d’Ippona (354-430) è stato uno dei Padri della Chiesa, ovvero coloro che contribuirono a organizzare e rinsaldare la dottrina della Chiesa in contrasto al paganesimo e alle eresie.
Si può ritenere che il suo pensiero sviluppi una continuità tra cultura antica, pensiero greco e Cristianesimo. Nelle opere di Agostino si ritrova un’importante integrazione della filosofia platonica con il credo cristiano. L’uomo, secondo Agostino, cercherebbe la verità attraverso i sensi, ma è solo attraverso l’introspezione che si può giungere alla verità, perché essa è dentro l’animo umano. Occorre dunque superare i limiti della realtà esteriore e riconoscere il vero maestro, il maestro interiore. Attraverso il maestro interiore ci è possibile la comprensione di noi stessi e la verità.
Poiché la verità che è in noi ci trascende questo percorso consente di avvicinarci a Dio.
Questi temi sono trattati in particolare nel De Magistro, un’opera scritta in forma di dialogo tra Agostino e suo figlio Adeodato. Tra le altre opere di Agostino troviamo anche le Confessioni, in forma autobiografica, in cui affronta il tema del percorso di formazione del cristiano e il De civitate Dei, in cui invita i cristiani a rendersi consapevoli che il proprio percorso terreno è un percorso che conduce a Dio.
Cassiodoro. In Cassiodoro (490 ca. – 583 ca.) ritroviamo un ulteriore importante tentativo di conciliare la cultura classica e quella cristiana. Le Institutiones divinarum et humanarum litterarum possono essere considerate un’opera dedicata all’educazione dei monaci alle arti liberali (la grammatica, la retorica e la dialettica: il Trivio; l’aritmetica, la geometria, la musica, l’astronomia :il Quadrivio) da affiancare alla meditazione sui Testi Sacri.
Tommaso. La riflessione di Tommaso d’Aquino (1225 –1274)in ambito educativo riprende quella di Agostino e la sviluppa: se è vero che l’uomo può arrivare a conoscere attraverso le proprie risorse, l’insegnamento agevola questo processo, perché chi insegna ha già raggiunto la conoscenza e può tramettere il sapere. Ognuno è quindi maestro di se stesso, secondo Tommaso, solo in maniera imperfetta perché l’uomo non può essere sapiente e ignorante allo stesso tempo, non può essere atto e potenza insieme. Tommaso pone dunque l’accento sulla relazione che si sviluppa tra allievo e insegnante come elemento che favorisce la conoscenza. Tommasotenterà un’integrazione tra il pensiero aristotelico e i valori cristiani. Egli scrisse numerose opere a carattere teologico, come la Summa contra Gentiles e la Summa theologiae, e numerose altre a carattere filosofico, come ad esempio i Commentari alle opere di Aristotele.
Le scuole Ecclesiastiche. Nel corso del Medioevo si svilupparono importanti centri culturali che ruotarono intorno alle scuole cristiane dei monasteri prima e delle Università poi. All’interno dei monasteri i monaci vivevano una vita di preghiera e lavoro, ma i monasteri assunsero anche un’importante funzione economica, sociale e culturale. L’istruzione era destinata solo a chi intraprendeva la vita ecclesiastica o ai nobili fino a quando la riforma carolingia non consentì di estendere la diffusione dell’istruzione affidando agli ecclesiastici il compito dell’insegnamento.
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