Genio universale che richiama alla mente la figura di dotti di età scomparse, Leibniz annovera tra i suoi interessi, oltre alla filosofia, il diritto, la politica, la storia, la matematica, la dinamica e la cinematica. Coltivando una concezione del sapere in cui la teoria si intreccia con la pratica ( theoria cum praxi ), non manca in lui neppure la curiosità per la ricerca tecnologica: costruisce una calcolatrice molto più sofisticata e complessa di quella di Pascal, escogita apparati per facilitare il lavoro dei minatori dello Harz, fa esperimenti sulla derivabilità del fosforo dall’ urina. Le diverse discipline di cui Leibniz si occupa trovano nella filosofia il loro momento fondante e unificante. Per questo motivo il suo pensiero è tendenzialmente orientato alla costruzione di un sistema filosofico unitario. Ma Leibniz rimanda di continuo, anche per via dei suoi impegni che si accavallano e gli riempiono le giornate, l’ esposizione organica e globale delle proprie concezioni in un’ unica grande sintesi filosofica. Le sue opere di filosofia, che sono scritte tutte in francese, la nuova lingua della comunità culturale europea, tradiscono pertanto spesso il carattere occasionale delle loro motivazioni. L’ importantissimo Discorso di metafisica del 1686 è un prodotto che segue il carteggio con Arnauld. Il Nuovo sistema della natura nasce invece dall’ epistolario con Jacques Bònigne Bossuet. I Nuovi saggi sull’ intelletto umano sono un’ esauriente discussione del Saggio di Locke: per via della morte di quest’ ultimo, seppur redatti nel 1704, essi rimasero inediti fino al 1765. I Princìpi della natura e della grazia ( 1714 ) sono scritti per Eugenio di Savoia, mentre i Princìpi di filosofia dello stesso anno costituiscono un’ esposizione schematica, quasi per aforismi, della dottrina leibniziana della monade; l’ opera, non a caso, nella sua traduzione apparve con il titolo di Monadologia. L’ unica opera di Leibniz di grande respiro sono e restano i Saggi di teodicea, del 1710, incentrati tuttavia sui problemi specifici del rapporto tra necessità e libertà e della giustificazione del male nel mondo, tema di vecchia data nella storia della filosofia. A queste opere filosofiche devono essere aggiunti i numerosissimi scritti a carattere politico, giuridico, storico, scientifico e soprattutto matematico: tra questi ultimi merita senz’ altro di essere ricordato la Nova methodus pro maximis et minimis sul calcolo infinitesimale. Di grande importanza, infine, è il carteggio che Leibniz intrattenne con i più grandi esponenti della cultura del suo tempo, come Arnauld, Malebranche, Huygens, Newton, o ancora Spinoza, cui Leibniz ebbe anche modo di far visita personalmente, Samuel Clarke ( sul tempo e lo spazio ) o l’ italianissimo Ludovico Antonio Muratori.
- 1600
- Filosofia - 1600