I Paesi del Sud del Mondo tentano di superare le loro condizioni critiche con gli aiuti delle nazioni sviluppate e delle associazioni internazionali, che danno il loro ausilio attraverso spedizioni di alimenti, prestiti a fondo perduto e organizzazioni di medici, come i “Medici senza frontiere”.
I motivi per i quali si prestano questi aiuti sono molteplici. Uno di questi è la solidarietà verso coloro che per natura sono stati sfortunati. Un altro può essere il fatto che troppa disuguaglianza nel mondo potrebbe provocare situazioni di instabilità a livello planetario, e intervenire a sanare i problemi del Terzo Mondo significa mantenere una certa stabilità e favorire anche la crescita dei Paesi industrializzati. Inoltre gli aiuti sono rivolti a coloro che sono stati svantaggiati da politiche coloniali degli stati sviluppati, e coloro che hanno subito danni da un conflitto.
Questi ausili sono spesso specifici, progettati per risolvere un determinato problema, come la carestia, la guerra o debiti. Altri aiuti invece servono proprio ad aumentare la capacità di questi Paesi di svilupparsi, e altri ancora di tipo politico-culturali cercano di trasmettere alcuni modelli di comportamento delle nazioni industrializzate in questi stati. In questo modo potrebbe avviarsi un processo di sviluppo. Molti politici ed economisti ritengono che i Paesi del Terzo Mondo per uscire da questa situazione dovrebbero inserirsi nel libero mercato, sia interno che internazionale. Inserendo politiche economiche liberiste infatti si potrebbero eliminare tutti quei fattori che limitano la libertà di espressione delle forze economiche, come per esempio le barriere doganali.
Sono le Organizzazioni Internazionali e i Paesi donatori a decidere i destinatari degli aiuti, e i Paesi che ricevono gli ausili a loro volta vengono coinvolti, e sono autonomi nella scelta dell’utilizzo dei sussidi. Gli aiuti monetari provengono dagli Organismi monetari Internazionali, come la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale, ma anche i Paesi industrializzati inviano aiuti di tipo monetario.
Gli obiettivi degli aiuti sono innanzitutto aiutare la popolazione di queste zone, sia dal punto di vista finanziario, sia da quello alimentare, medico e urbanistico. La distribuzione dei prodotti sovente si è manifestata problematica a causa dei sistemi di trasporto molto arretrati e precari, della pubblica amministrazione non organizzata, e della prepotenza dei privilegiati che tengono per loro le merci migliori. Inoltre si cerca di avviare costruzioni di opere pubbliche, soprattutto nel contesto agricolo. Sono state costruite grandi dighe, ma non vengono utilizzate perché i tecnici locali non hanno conoscenze sufficienti oppure non ci sono pezzi di ricambio. Sono dunque privilegiati i piccoli progetti, come la costruzione di pozzi artesiani e la manutenzione di piccole reti di irrigazione.
Altri obiettivi, secondari, mirano allo sviluppo della produzione dei Paesi che erogano sussidi, e in questo modo entrambi dovrebbero trarre dei vantaggi. Per esempio si instaurano legami di dipendenza della struttura economica tra il Paese che aiuta e quello che riceve, e in questo modo i costi degli aiuti, con il passare del tempo, vengono compensati. Inoltre i Paesi industrializzati cercano di stabilire relazioni politiche di alleanza con alcuni sottosviluppati, e l’aiuto viene erogato indipendentemente dal grado di difficoltà dello stato. I sussidi sono legati in particolare alla funzione che il Paese aiutato può avere in un eventuale conflitto internazionale.
A volte i finanziamenti non vengono utilizzati correttamente dai Paesi riceventi, sia per corruzione, avidità, che per incapacità. La gestione finanziaria deve avvenire attraverso una valida utilizzazione delle sovvenzioni, e il territorio devono far durare l’intervento mantenendolo in modo autosufficiente. Per esempio, se si costruisce una pompa per l’acqua, con finanziamenti provenienti dall’estero, in un villaggio, questo dovrà provvedere a mantenerlo autonomamente.
Gli ausili sono molto importanti, ma i problemi legati a corruzione rendono l’attuazione più complicata di quanto si possa immaginare, ed è difficile capire se i risultati culturali possano
definirsi positivi. A volte si ottengono grandi successi, soprattutto negli interventi singoli e specifici, ma quelli che invece falliscono procurano danni gravissimi.
I controlli inoltre, se avvengono, non funzionano come dovrebbero, perché in mano degli stessi organismi che inviano i sussidi, tra molti ostacoli.
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