Gli esordi di Pablo Picasso (1881-1973), come pittore, scultore, genio dell’arte cubista, si possono annoverare intorno al 1907, anno in cui termina l’opera più significativa e più famosa della sua carriera artistica: Les Demoiselles D’Avignon. In esso sono definite quelle che in generale saranno le nuove interpretazioni di forma-spazio-colore-tecnica da lui attuate; sebbene sarà sempre alla ricerca di nuovi linguaggi da sperimentare e diversi caratteri da ritrovare. Giunge infatti a realizzare una sintesi intellettuale, a riportare nelle sue opere una “soggettività di natura mentale”, che riapre la polemica, già attuata dalle avanguardie del’ 900, contro l’impressionismo, al quale si rimproverava di essere “solo retina e niente cervello” , accentuando la dimensione cézaniana, fa vedere gli oggetti da più lati, aumenta la volumetria, che finisce paradossalmente a dissolvere l’immagine, a scomporla nella sua unità. Forme geometriche taglienti e spigolose si incastrano per dare forma a personaggi scomposti, contorti, dove i piani e gli oggetti sembrano ribaltarsi verso lo spettatore. Profili duri come i dipinti egizi, volti simili alle maschere dell’arte negra: uno stile sintetico dove linee chiare e scure segnano i contorni laddove non c’è illusione spaziale, non c’è sfondo. Les Demoiselles D’Avignon, rappresentano pertanto il risultato al quale Picasso giunge dopo il cosiddetto periodo blu (1902-1904) e il periodo rosa (1904-1906). Temi dominanti di questo periodo sono figure malinconiche e silenziose, accentuate dalla freddezza del colore blu, che si va sostituendo ad una monocromia più luminosa e serena del colore rosa: Arlecchino pensoso del 1901, I due Saltimbanchi del 1901, Famiglia acrobati con scimmia del 1905. L’originalità di Picasso, si manifesta anche quando, durante i soggiorni nella capitale parigina, riprende i temi cari ai postimpressionisti: la povertà della vita moderna, la solitudine dei personaggi all’interno dei caffè, nei quali, il senso del dramma viene vissuto diversamente: non c’è un aspetto confortevole e non c’è bellezza, ma una solitudine che investe anche l’ambiente (Bevitrice di assenzio 1909). Siamo agli inizi del Cubismo, successivamente, i periodi che seguiranno e cioè quello analitico e quello sintetico, vedranno sempre più la scomposizione analitica appunto dei soggetti, per giungere poi di nuovo ad opere realistiche: ricordiamo il monumentalismo delle opere degli anni venti di Tre donne alla fontana del 1921( si ispirò a Raffaelo e Michelangelo durante un viaggio in Italia nel 1917), e approdare in ultimo a motivi vicino al Surrealismo, come in Guernica del 1937: descrive il bombardamento tedesco che aveva raso al suolo Guernica, cittadina spagnola: visi stravolti, corpi sfatti, il nitrito di un cavallo agonizzante. Il senso drammatico è reso dalla deformazione dei corpi e dall’assenza del colore ed è manifesto politico, simbolo della protesta universale contro la guerra.
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