Le trasformazioni che, nel corso del '700, intervennero sia nel settore produttivo sia nel settore della cultura influenzarono profondamente le teorie economiche. È infatti di questo periodo la trasformazione dell'agricoltura, che determinò l'aumento demografico. Non è un caso dunque che la più diffusa teoria economica del XVIII secolo fosse la FISIOCRAZIA (dal greco physis significa «natura»).
Secondo la FISIOCRAZIA il perno di tutta l'attività economica è l'agricoltura. Ogni sviluppo doveva per questo passare attraverso un incremento della produzione agricola, favorita dall'abolizione di tutti i vincoli quali pesanti tariffe doganali, i privilegi feudali, gli usi comuni delle terre, rendendo così di fatto la libertà di commercio.
Così il libero commercio dei grani venne opposto ai divieti di esportazione ed ai calmieri dei prezzi, con i quali si tentava di far fronte alle carestie. Solo il libero mercato avrebbe distribuito razionalmente il prodotto granario, facendo crescere la produzione e garantendo il giusto prezzo.
La parola d'ordine di questa nuova politica economica divenne perciò LAISSEZ FAIRE, LAISSEZ PASSER (lasciate fare, lasciate passare). Coerentemente con questi principi, gli economisti si opposero ai monopoli di stampo mercantilistico ed a tutte le pratiche che sottraevano la terra alla libera circolazione sul mercato.
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