Le terme con le loro palestre, sale da ginnastica, vasti giardini, davano a tutti la possibilità di praticare svariati esercizi fisici, ma il luogo preferito era il Campo di Marte, bellissima spianata tra il Foro ed il Tevere, lontani dal chiasso e dalla confusione delle vie cittadine si poteva respirare aria pura, godere il sole ed il verde della campagna, fare lunghe nuotate nel vicino Tevere, là si recava il fior fiore della gioventù romana per esercitarsi alla palla, al lancio del disco ed alla lotta. All’inizio dell’età imperiale troviamo in Roma vari tipi di stabilimenti pubblici: vi erano case con parecchie stanze da bagno riservate ad una clientela ristretta e selezionata; vi erano edifici costruiti e gestiti da privati, nei quali si entrava a pagamento; infine vi erano le terme: bagni pubblici di proprietà dello Stato. Nel corso dei secoli gli imperatori fanno a gara nel dotare la città di terme sempre più lussuose e confortevoli, ricordiamo quelle a Campo Marzio fatte erigere da Nerone, le terme di Tito vicino al Colosseo, quelle di Caracalla e quelle di Diocleziano.
Le terme non solo offrivano a tutti la possibilità di provvedere ad una accurata igiene personale quotidiana attraverso vari tipi di bagno (freddo, caldo, a vapore), ma associavano ad essa la cultura fisica, le attività intellettuali, gli svaghi e le distrazioni caratteristiche di un grande ritrovo mondano. Lo scenario di queste monumentali costruzioni poteva soddisfare i gusti più raffinati:
pareti decorate di marmo, colonne di granito e di porfido, soffitti a cassettoni, pavimenti scintillanti di mosaici, e tutta una serie di sale, le une desinate ai bagni, le altre agli esercizi fisici, alla lettura. Alle audizioni musicali, e ancora giardini, campi all’aperto, porticati ombrosi, statue ed opere d’arte di vario genere. In questa cornice si muoveva una folla di senatori, cavalieri e gran signori, circondati da uno stuolo di schiavi, operai, artigiani, bottegai che, avendo terminato la loro giornata lavorativa potevano svagarsi e ritemprare le loro forze.
Vi erano vari modi per fare il bagno, ma il principio fondamentale era sempre lo stesso: bisognava anzitutto riscaldare ben bene il corpo, ecco perché tutti prima del bagno, si dedicavano ad esercizi fisici di vario genere.
Nella grande palestra c’era chi si esercitava a sollevare i manubri e chi praticava la lotta, nelle sale destinate alla ginnastica o nei campi all’aperto si giocava a palla; attività molto diffusa nel mondo romano.
Nei viali spaziosi dei giardini donne e ragazzi correvano dietro ad un cerchio di metallo che guidavano con un bastoncello dalla punta ricurva; giovanotti ed uomini maturi facevano gare di corsa o praticavano esercizi di marcia, aumentando progressivamente la lunghezza del percorso.
Dopo l’attività fisica si procedeva alle varie fasi del bagno.
La prima tappa era lo spogliatoio, dopo essersi svestito, il bagnante entrava in un piccolo ambiente molto riscaldato “laconicum” dove boccheggiava immerso in un vapore caldissimo.
Poi passava nella stanza per il bagno caldo “calidarium”, la più luminosa e grande dotata di bacini e tinozze.
Una volta pulito ed asciugato, faceva una sosta in una stanza di passaggio detta “tepidarium” per abituare gradualmente corpo alla differenza di temperatura; l’ultima tappa era il “frigidarium”, la sala dove si faceva il bagno in acqua freddissima.
Finito il bagno, entravano di scena i massaggiatori “unctor” con li ed unguenti profumati, i depilatori “alipilus” ed i parrucchieri “tonsor”.
Le attrattive che le terme offrivano erano tali da soddisfare le più diverse esigenze dopo il bagno si poteva passeggiare nei vasti giardini abbelliti da statue e fontane; si poteva andare in biblioteca a leggere un libro o ad ascoltare un poeta che leggeva i suoi versi, oppure fare una capatina in una delle tante taverne ed osterie sotto il portico che circondava lo stabilimento.
Al tramonto le terme si chiudevano; la folla lentamente si allontanava, il vocìo e la confusione cessavano, nelle grandi sale dalle pareti scintillanti di marmo, tra le colonne variopinte e le statue maestose, ritornava a regnare il silenzio.
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