Le virtù stoiche nella cultura latina - Studentville

Le virtù stoiche nella cultura latina

Si enim quisque maxime perspicit quid in re quaque verissimum sit et acutissime et celerrime potest et videre et explicare rationem, is prudentissimus et sapientissimus rite haberi solet. Quocirca huic quasi materia, quam tractet et in qua versetur, subiecta est veritas. Reliquis autem tribus virtutibus necessitas proposita est ad eas res parandas tuendasque, quibus actio vitae continetur, ne quis coniunctionem hominum omittat, sed ut omnes animi excellentiam magnitudinemque ostendamus cum in comparandis opibus nobis et propinquis, tum multo magis in his ipsis despiciendis. Itaque numquam non maiorum virtutes exerceamus: illud autem est maxime admiratione dignum, quod constantiam et moderationem et alias similes, ut honestatem et decus, conservamus.

Versione tradotta

Se infatti una persona (lett. ognuno) scorge più acutamente quello che vi è di più vero in ciascuna cosa e può vederne e spiegarne la ragione più sottilmente e prontamente, questi è di solito considerato a buon diritto assai assennato e saggio. Pertanto a lui è sottoposta la verità quasi come materia della quale (egli) tratta e di cui si occupa. Le rimanenti tre virtù, invece, presentano l'esigenza (lett. alle altre tre virtù è soggetto il dovere) di procacciare e conservare quelle cose da cui è governata (continetur: in cui è racchiusa) la vita pratica, affinché nessuno trascuri il legame sociale (coniunctionem) degli uomini e affinché, invece, tutti mostriamo eccellenza e grandezza d'animo sia nel procurare risorse per noi e per i (nostri) familiari, sia, molto di più, nel disprezzare queste stesse cose. E così non (accada) mai che non adoperiamo le virtù degli antenati: ciò, inoltre, è soprattutto degno d'ammirazione, (il fatto) che serbiamo la costanza, la moderazione e altre (virtù) simili, come l'onestà e il decoro.

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