Animus quotidie ad rationem reddendam vocandus est. Consummato die, cum ad nocturnam quietem recipis, cum sublatum e conspectu lumen est, et conticuit uxor, moris tui iam conscia, totum diem tuum scrutare, factaque ac dicta tua remetire, atque interroga animum tuum: “Quod hodie malum tuum sanasti? Cui vitio obstitisti? Qua parte melior es?” Quare enim quicquam ex erroribus tuis timeas cum possis dicere: “Vide ne istud amplius agas. In illa disputatione pugnacius locutus es; illum liberius admonuisti quam debebas, itaque non emendasti, sed offendisti” Desinet ira et moderatior erit quae sciet sibi quotidie ad iudicem esse veniendum. Quicquam ergo pulchrius hac consuetudine excutiendi totum diem?
Versione tradotta
Ogni giorno bisogna chiamare la coscienza a render conto. Sul finire del giorno, quando ti ritiri al riposo notturno, quando la luce scompare alla vista, e la moglie tace, consapevole ormai delle tue abitudini, scruta tutta la tua giornata e ripensa alle cose fatte e dette, e interroga la tua coscienza: "Quale tuo male oggi hai guarito? Quale difetto hai combattuto? In quale parte sei migliore? Infatti perché temi qualcuno dei tuoi errori quando puoi dire: "Vedi di non fare più ciò. In quella discussione hai parlato in modo troppo polemico; quello l'hai ammonito più apertamente di quanto dovevi, e così non hai corretto, ma hai offeso". L'ira cesserà e sarà più moderato chi sa che ogni giorno dovrà presentarsi a giudizio. Cosa infatti è più bello di quest'abitudine di esaminare tutto il giorno?
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