Nel periodo compreso tra la fine del III millennio a.C. e gli ultimi secoli del I, in Europa centrale, nell'area padana e danubiana-carpatica, si verificano una serie di fenomeni di ordine tecnologico, economico e sociale – come lo sviluppo della metallurgia (prima del bronzo e poi del ferro) e il formarsi di "società complesse", ossia il verificarsi di differenziazioni sociali stabili – che consentono di definire tale epoca come protostoria.
All'inizio di questi duemila anni l'Europa e l'Italia sono popolate da piccole comunità di villaggio, per lo più instabili e prive di una stratificazione sociale consolidata, mentre alla conclusione sono costellate da città e stati e caratterizzate da società articolate in classi.
L'Europa di quell'epoca ebbe contatti con le società del Vicino Oriente e del Mediterraneo, in cui livelli civile e forme di organizzazione sociale erano totalmente diversi: questi contatti dovettero dovettero offrire occasioni di confronto, esercitando un effetto di stimolo alla trasformazione.
Di queste comunità che si sono succedute nel tempo abbiamo testimonianza soprattutto attraverso i resti materiali rinvenuti negli abitati, nei sepolcreti ed in altri tipi di deposizione per seppellimento volontario (ripostigli, deposizioni cultuali). Talvolta, ma solo per il periodo più recente, abbiamo notizie indirettamente da fonti scritte prodotte presso genti che conoscevano la scrittura e che erano entrate in contatto con esse.
Il Bronzo Antico
A partire dall'inizio del secondo millennio la produzione metallurgica assume una dimensione quantitativa (in alcune parti d'Europa fino a decuplicarsi o centuplicarsi) e qualitativa mai conosciuta prima. Un tale sviluppo implica una notevole accumulazione di conoscenze tecnologiche e di capacità professionali. Gli oggetti di bronzo fabbricati durante questo periodo erano in prevalenza beni di prestigio rivolti a nuovi ceti emergenti.
La creazione di una lega resistente e di facile lavorazione (bronzo) determinò la produzione su larga scala di oggetti metallici di differenti classi e ebbe come conseguenza una serie di miglioramenti economico-sociali quali il potenziamento dell'agricoltura, attraverso l'uso di utensili metallici, l'incremento demografico e la creazione di riserve di ricchezza da distribuire attraverso il commercio. L'età del bronzo segna, dunque, una tappa fondamentale nella storia europea. Uno dei centri più attivi dell'estrazione dei minerali cupriferi e della metallurgia era il territorio alpino orientale intorno alle miniere di rame del Salisburghese (Austria) sicuramente sfruttate sin dal Bronzo Antico (1800-1600 a.C.). Questi luoghi di approvvigionamento e lavorazione del bronzo divennero punti di incontro di genti di varia provenienza.
A partire da questo stesso momento, si verificano due fattori nuovi: in un certo numero di corredi funebri incominciano a ricorrere in modo costante regolari combinazioni di oggetti di prestigio spesso di metallo e di fattura tecnicamente complessa. Da quanto si può dedurre dai sepolcreti, la presenza di alcuni oggetti di corredo particolarmente rari consente di riconoscere alcune figure eminenti, in particolare emergono alcuni elementi maschili, contraddistinti come guerrieri.
Le stesse categorie di oggetti di prestigio in metallo (pugnali, alabarde, asce, collari, braccialetti, altri ornamenti ) compaiono anche nei ripostigli, gruppi di oggetti la cui interpretazione come risorse tesaurizzate, o offerte alla divinità ritualmente sepolte, è controversa, ma che in entrambi i casi attestano forme di accumulazione di ricchezza che ora si affianca a quella tradizionale costituita dal bestiame. Una terza categoria di rinvenimenti i cui i beni di prestigio si trovano però singolarmente è quella – che comincia proprio ora a comparire, ma che avrà più fortuna in seguito – delle deposizioni cultuali, per le quali il significato di offerta alla divinità è evidenziato dalla scelta del luogo (corsi e specchi d'acqua, vette dei monti, valichi, voragini, anfratti rocciosi).
Le comunità all'interno delle quali avveniva questo processo di differenziazione sociale avevano dimensioni ridotte, erano piccoli gruppi, dell'ordine di varie decine di individui, legati da rapporti di parentela e aggregati in villaggi sparsi sul territorio. Sebbene queste comunità praticassero una agricoltura piuttosto avanzata, basata sull'uso dell'aratro, i loro stanziamenti non possono ancora considerarsi stabili.
Nei sepolcreti europei ed italiani di questo periodo si colgono diverse modalità di seppellimento e di organizzazione dello spazio: una unica tomba, o un piccolo gruppo di tombe a carattere monumentale, aggregarsi di nuclei attorno a tombe di personaggi eminenti o gruppi di maggior spicco. Ciò sembra rispecchiare a aggregazioni per discendenza o per differenze di rango.
Nelle pratiche di culto sopravvivono i culti in grotta o presso sorgenti con semplici offerte e iniziano, secondo una concezione diversa, deposizioni culturali di oggetti di prestigio.
A partire dagli inizi dell'età del bronzo in Europa comincia a moltiplicarsi il numero degli abitati stabili. Le aree che per prime videro una continuità di stanziamento furono quelle sud-orientali della penisola balcanica, del bacino danubiano-carpatico e del sud est della Spagna. In Italia esso è documentato solo nella pianura Padana nell'area di Polada.
Il Bronzo Medio
A partire dal Bronzo Medio si verificano profondi cambiamenti nell'assetto demografico, economico e sociale delle comunità. Queste si fanno più popolose, dell'ordine di centinaia di individui e più stabili, cioè più sedentari: sono frequenti ora gli stanziamenti che durano diversi secoli. Queste comunità ci appaiono ora strutturate su base territoriale. I corredi delle necropoli denotano una differenziazione sociale ed economiche meno vistosa. Anche la produzione metallurgica cambia carattere: accanto alle armi e agli ornamenti hanno sempre più importanza gli utensili e gli strumenti di lavoro.
In Europa compare al passaggio tra Bronzo Antico e Bronzo Medio la falce messoria in bronzo che sostituisce quella lignea con armatura in selce.
Nello stesso periodo si assiste in alcune aree dell'Europa, soprattutto nella parte settentrionale, alla suddivisione di vaste superfici di terreno in piccoli appezzamenti di forma quadrangolare (estese fino a un ettaro) delimitate da arginelli o terrazzamenti. Gli abitati presentano di un tessuto insediativo a "scacchiera" con reticolo viario ad assi paralleli. Questi abitati dunque sono costruiti secondo una pianificazione precisa: sono provviste di infrastrutture come fortificazioni a terrapieno e fossati, ciò implica che hanno comportato un investimento di lavoro consistente tale da coinvolgere l'intera comunità.
Il rituale funebre, nel quale ora prevale in Europa il costume crematorio, sembra rivelare un sistema di rapporti sociali in cui ciò che conta è la collocazione e la funzione sociale svolta all'interno della comunità.
Alcuni studiosi considerano che in questo periodo la terra sia di proprietà comune e venga assegnati a rotazione degli appezzamenti di terreno agricolo alle singole famiglie (come è attestato nelle società arcaiche e barbariche d'Europa). Secondo questo modello anche l'approvvigionamento dei minerali metalliferi era garantita dalla comunità (tribù) stessa. La produzione notevolmente aumentata e l'intensa circolazione da una comunità all'altra di manufatti implica che alcune persone dovevano essere impegnate a tempo pieno alla lavorazione dei metalli. Le tracce di lavorazione del bronzo negli insediamenti sono pressoché generalizzate e la circolazione di metallo grezzo (pani, lingotti, rottami), suddiviso secondo sistemi ponderali, è molto ampia.
Nel nuovo assetto sociale il ceto dei guerrieri dominanti si trova al centro di un sistema di forze più complesso. L'importanza delle élites guerriere durante questi secoli è testimoniata dal grande sviluppo delle tecnologie militari, come la comparsa della spada e dalla sua evoluzione da arma da punta ad arma da fendente, o come la diffusione del combattimento a cavallo e su carri a due ruote e al diffondersi della lancia sia da getto, sia impugnata come arma da punta. Un indizio forse va riconosciuto anche nella tendenza a costruire sempre più imponenti fortificazioni degli abitati.
Queste élites verosimilmente controllavano anche lo scambio tra comunità e comunità di materiale grezzo, ma anche manufatti di prestigio ormai largamente diffusi, come vaghi d'ambra, pietre pregiate, faïence.
In questo periodo aumenta il numero di ripostigli (insieme di manufatti rotti, pani e lingotti) Indipendentemente dalla loro interpretazione, molto discussa, (seppellimento per motivi di sicurezza o rituale deposizione di offerte alle divinità) è il risultato di un processo di accumulazione di riserve di ricchezza il cui proprietario verosimilmente sarà stata la comunità stessa.
Nelle manifestazioni religiose tende a scomparire la concezione "terrena" della divinità e si affermano invece gradualmente delle pratiche che collocano il divino in una sfera separata e lo fanno oggetto di offerte analoghe a quelle che competono ad una figura socialmente eminente.
Il Bronzo Medio in Italia
Nel Bronzo Medio dell'Italia settentrionale si distinguono quattro aree archeologicamente distinte: quella transpadana centro-orientale (Lombardia, orientale, Trentino-Alto Adige e Veneto); quella "terramaricola" (Emilia centro-occidentale, bassa lombarda e veneta), quella nord-orientale (Friuli-Venezia Giulia, parte della Slovenia e della Croazia), quella nord-occidentale (Lombardia a ovest dell'Adda, Piemonte e Liguria).
Con il Bronzo Medio il processo di stabilizzazione dell'insediamento, che era iniziato in Italia nell'area centro-orientale e in Sicilia nel periodo precedente, si estende a tutto il resto d'Italia. Aumenta i numero degli abitati su altura in aree collinari e montane, nelle aree di pianura, in particolare nella Pianura Padana, sorgono, in tempi diversi, abitati cinti da fortificazioni. Il numero degli insediamenti diminuisce e aumenta la loro estensione: forse ciò rispecchia una concentrazione della popolazione in alcuni siti. La densità di popolazione viene stimata in una media di 100 persone per ettaro.
Il fatto nuovo è l'estensione delle colture agricole nelle zone collinari con la diffusione dell'arboricoltura (fico, melo, pero, noce, olivo e vite vinifera). Riguardo l'allevamento non ci sono dati per distinguere l'allevamento stanziale, pastorizia, alpeggio e transumanza. Sulla base dei resti ossei rinvenuti sappiamo che in pianura le principali specie allevate si equivalgono con un lieve prevalenza del bue; nell'appennino emiliano-romagnolo prevalgono capro-ovini e nelle Alpi centrali sono dominanti capro-ovini e scarso è il maiale.
L'Italia in questo periodo è divisa in due ambiti di gusto: l'Italia settentrionale sembra legata, specie nella produzione metallica, all'Europa centrale e danubiana, quella centro-meridionale sviluppa nella produzione ceramica, nella fase avanzata del Bronzo Medio, uno stile proprio denominato "appenninico".
Il Bronzo Recente
In questo periodo l'Italia settentrionale è ancora divisa in quattro aree archeologicamente differenziate come nell'epoca precedente: l'area transpadana centro-orientale; terramaricola, castellieri carsico-istriani a nordest, comprendente anche Friuli – Venezia Giulia e parte delle attuali Slovenia e Croazia.
L'Europa centrale è caratterizzata dalla presenza di un "frontiera culturale" che la taglia da nord a sud, dividendo una zona a nord ovest delle Alpi, gravitante maggiormente verso l'Europa occidentale, e una zona a nord est delle Alpi, legata all'area danubiano-carpatica. Tale frontiera divide in due anche l'Italia settentrionale. L'elemento unificante è rappresentato alla produzione metallurgica. Le sfere metallurgiche occidentale e orientale costituiscono due aspetti di una medesima unità, la Koinè metallurgica che unisce l'Europa e il Mediterraneo. Le fogge sono assai simili, spesso tipi identici di spade, armi, fibule, spilloni, utensili denunciano una circolazione vastissima di modelli e di prodotti dal mediterraneo alla Scandinavia, dalla Transilvania all'Atlantico. Si assiste ad un grande processo di osmosi.
Un aspetto di questo processo è costituito dalla presenza di ceramica micenea (sia di produzione che di imitazione) che risalgono la penisola fino ad arrivare nell'area transpadana centro-orientale lungo la valle dell'Adige. Un altro aspetto è la diffusione di fogge vascolari della facies subappenninica centro-meridionale sia nell'area terramaricola che in quella centro-orientale.
Con l'età del Bronzo Recente si completa quel processo di omologazione dell'economia verso forme organizzate iniziata nel Bronzo Medio: marginalizzazione della caccia, pesca, raccolta, evoluzione graduale di alcune specie di animali domestici attraverso forme di allevamento più stanziali. Aumentano il numero di insediamenti.
Nella produzione artigianale si va verso una standardizzazione nella realizzazione di modelli: nel campo della metallurgia si generalizza la fusione in serie a scapito di tecniche e risultati raffinati precedenti. In Italia ed in Europa si afferma una nuova produzione di oggetti, in questo periodo viene introdotto il coltello evoluzione del pugnale, e vengono prodotti oggetti di ornamenti in vetro in sostituzione di quelli in faïance.
E' un periodo contraddistinto da una intensa circolazione di cose, persone e idee. Sono diagnostici in questo senso le ceramiche di importazione e i traffici a lunga distanza anche per via marittima.
Anche nella produzione ceramica la circolazione di oggetti e persone è un fenomeno talmente generalizzato da lasciare poco spazio a differenziazioni locali. La sfera metallurgica assume dimensioni continentali.
A partire dal Bronzo Recente i ripostigli sono caratterizzati da una straordinaria eterogeneità dagli oggetti sia interi che frammentari: armi da offesa, armi da difesa in lamina, oggetti di ornamento e di abbigliamento, utensili, lingotti e pani (in particolare quella diffusa a piccone), forme di fusione. Per i frammenti intenzionali di pani e asce ed altri oggetti è stata avanzata l'ipotesi che si tratti di elementi con funzione premonetale, anche se i materiali potevano essere frammentati per facilitarne la rifusione, come conferma la rispondenza a precisi valori ponderali, potevano essere usati anche come mezzi di scambio.
E' probabile che in questo periodo l'artigiano dipendesse da un capo locale. Si può supporre che l'emergere dei ceti dell'aristocrazia gentilizia abbia portato alla formazione di nuovi e più complessi rapporti di produzione: attorno ai gruppi gentilizi si formavano delle aggregazioni di tipo clientelare.
In molte aree dell'Italia continentale prevale il rito della cremazione. Si estende dunque una concezione sacrificale del rito crematorio: deporre sulla pira un defunto vestito dei suoi ornamenti e accessori rivela l'idea della consacrazione alla divinità. Le raffigurazioni ornitomorfe sia sul motivo della barca solare sia isolate in coppia o in serie sono molto diffuse in questo periodo. Probabilmente sono il simbolo di tramite tra la divinità celeste e l'uomo. La divinità quindi ora è collocata nell'ambito celeste e atmosferico o comunque verso l'alto.
Anche le deposizioni cultuali di oggetti di bronzo nei corsi o specchi d'acqua rientrano nelle manifestazioni di religiosità dell'Europa continentale e nordica. Forse legata anche in questo caso agli uccelli acquatici.
Non è facile invece interpretare la sfera di appartenenza del culto dell'arma, o meglio dell'ascia rappresentata in molte categorie di oggetti (incisioni rupestri, amuleti, modellini, nelle decorazioni di vasi ecc.) forse legata al fulmine e legata ad una divinità maschile.
Alla sfera terrestre e biologica invece rimandano i simboli della protome taurina e le corna appaiate. Legato forse alla forza virile (compare fino all'età del ferro su tazze, rasoi, pendagli, ornamenti delle travature delle urne a capanna).
Questi oggetti si ritrovano nelle acque (nei fiumi in particolare armi), o su sommità di alture: pare che il rituale sia quello dell'offerta di oggetti di prestigio e di valore simbolico, normalmente attribuiti ad un personaggio di rango con il quale si stabilisce un vincolo di obbligazione. La divinità viene concepita ora come entità immateriale, staccata dalla sfera biologica e il bene offerto viene concepito come qualcosa di astratto.
Quasi i due terzi delle deposizioni cultuali note, si concentrano tra il Bronzo Medio e il Bronzo Recente.
Il Bronzo Finale in Europa
Nella tarda età del bronzo (XIII – XII) secolo a.C. l'Europa è coinvolta in una serie di movimenti di popoli: crollano le civiltà degli Ittiti (Asia Minore), quella dei Micenei (Grecia), Trioa viene distrutta, viene anche coinvolto l'impero egiziano. Tra il XII e l'XI secolo l'ambito egeo vede il formarsi di numerose comunità locali che non gestiscono più scambi a vasto raggio e l'inizio di una grave recessione economica e culturale.
Si assiste al passaggio da una società tribale ad assetto territoriale a quella gentilizio-clientelare: questo è stato un fenomeno molto variabile a seconda degli ambiti sorico-geografici interessati. Si va da uno spazio di poche generazioni (un secolo o due) in Italia meridionale ad una serie di secoli in certe zone d'Europa (anche un millennio). Il motivo di questa differenza sta nel fatto che fu caratterizzato da dinamiche di parziale dissoluzione o degrado delle vecchie strutture sociali.
La comparsa di élites dominanti e la presenza di tensioni antagonistiche all'interno della società ha dato origine a gruppi legati da rapporti di consanguineità (le gentes) che erano aggregazioni gerarchiche di famiglie cellulari. Attorno a ciascun gruppo veniva a formarsi un seguito che avevano dei rapporti di dipendenza di tipo clientelare (fondati su servigi sia economici che militari, forniti in posizione subalterna in cambio di protezione o prestigio sociale). Questa struttura sociale si coglie bene nelle necropoli, queste infatti risultano articolate in grandi aggregati tra loro omologhi al centro dei quali si trova un nucleo di portatori del ruolo maschile più significativo.
La produzione e la circolazione di beni di prestigio e molte manifestazioni di culto accomunava in cerchie più estese i ceti aristocratici di diverse comunità. Si formarono delle entità federali.
Lo sviluppo dell'artigianato, svolto in officine centralizzate, vide solo il potenziamento della produzione di beni di prestigio destinato a circolare all'interno della comunità o nella sfera comune degli aristocratici.
Il Bronzo Finale in Italia
L'età del Bronzo Finale l'Italia settentrionale si sviluppa la facies "protovillanoviana" restano estranee tre facies quella di Luco (Tirolo, Svizzera Orientale e Trentino-Alto Adige), quella di S. Canziano e Leme (Slovenia e Istria) e quella dei Castellieri carsici-istriani. Nell'area transpadana vi sono tre facies metallurgiche occidentale, centrale e orientale in cui è inserito il Friuli e la fascia della pianura veneta.
Nell'Italia del Nord tra Bronzo Recente e Bronzo Finale si assiste ad un abbandono generalizzato degli abitati, i nuovi abitati che sorgono in questo periodo sono meno numerosi e più instabili.
In questo periodo vengono introdotte nuove tecniche di allevamento, più selettive: in alcune specie domestiche si nota un notevole miglioramento sia da un punto di vista qualitativo delle razze sia per quanto riguarda la taglia.
La circolazione nel Bronzo Finale mantiene un notevole vitalità: accanto ad alcuni manufatti di circolazione molto ampia, ve ne sono altri importati a distanze minori all'interno dello stesso ambito culturale. Per quanto riguarda la ceramica, troviamo su tutto il territorio italiano le stesse forme vascolari, gli stessi motivi decorativi eseguiti con la stessa sintassi e con le stesse tecniche (stile "protovillanoviano).
Nella metallurgia si attenua la koiné metallurgica, le diverse cerchie di officine tendono a formare circuiti chiusi che si traducono in vere e proprie facies metallurgiche regionali.
Nell'accumulazione della ricchezza, sotto forma di metallo, si verifica un profondo cambiamento: in Italia centro settentrionale vi sono ancora ripostigli con materiali eterogenei, in Italia meridionale si riduce il numero delle classi di oggetti e sono solo interi, fino ad arrivare a comprendere solo asce.
Nelle necropoli del nord Italia e della fascia medio-adriatica si colgono delle differenziazioni dei corredi funebri per rango e per ricchezza; queste sono composte da piccoli nuclei, uniformi ciascuno al proprio interno e nettamente contrapposti fra loro. In Italia centromeridionale vi sono tombe a inumazione e tombe collettive a camera, o piccoli nuclei di inumazioni individuali con ricchi corredi, spesso caratterizzate dalla presenza di armi.
Il numero dei siti si riduce e si un ingrandiscono le unità territoriali rimaste, nello stesso comprensorio naturale si addensano più siti tra loro complementari strategicamente e economicamente.
Le fonti letterarie antiche che si riferiscono in modo più o meno diretto all'Italia protostorica, fanno riferimento a leghe o entità federali, spesso facenti capo ad un santuario, che raggruppano entità politiche minori (vedi ad esempio la lega Latina e il santuario sul Monte Cavo).
L'incinerazione diviene in Italia il rito funebre esclusivo, tranne in poche aree del centro-sud.
Nel Bronzo Finale si è pienamente compiuto il processo di identificazione della divinità con la sfera celeste e atmosferica su quella terrestre. Si moltiplicano sia le raffigurazioni ornitomorfe, sia del sole talvolta incorporate nel motivo della barca o del carro solare. Continuano pure le deposizioni cultuali sulle vette delle montagne e negli specchi d'acqua.
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