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Nel passaggio evolutivo dalla scimmia alluomo, lo sviluppo delle articolazioni precedette lo sviluppo del pensiero. Più precisamente, le scimmie prima di conseguire un aumento dell’encefalo, specializzarono le articolazioni superiori ed in particolare le mani. L’evoluzione umana, conseguita per stadi, aveva avuto quattro momenti fondamentali. La prima fase, consistette nello sviluppo della stazione eretta. Questa fase si rilevò indispensabile, perchè liberando gli arti superiori dalla locomozione, favorì il secondo stadio dell’evoluzione dell’uomo, la specializzazione delle mani, in cui gli arti superiori si organizzarono come gli organi del lavoro. Entrambe queste modifiche, furono responsabili di un’ulteriore serie di cambiamenti nell’organismo umano, (ad es. lo sviluppo delle corde vocali), che costituirono la base per un successivo salto organizzativo dell’umanità, l’ultimo in termini evolutivi, in cui si realizzarono le prime forme dorganizzazione sociale e lo sviluppo del linguaggio. Le articolazioni ed i mutamenti ambientali Se potessimo mettere a confronto una scimmia, un “selvaggio” ed un uomo moderno, scopriremmo che questi tre primati hanno molte caratteristiche fisiologiche comuni. Tuttavia, gli homo sapiens sapiens dimostrano di avere una grande capacità di articolazione degli arti superiori. La vera differenza tra gli uomini e le scimmie, consiste nella differente capacità di usare le mani. Mentre le scimmie si specializzarono in una comoda vita sugli alberi, gli ominidi si riadattarono alla vita nella savana e in ambienti silvicoli più aperti, di fatto, più avventurosa. Tutte le articolazioni subirono un lento riadattamento, dovuto alle nuove sollecitazioni a cui furono costantemente sottoposti. Lo sviluppo del cervello fu una conseguenza dell’elaborazione di nuove attività. IL PASSAGGIO DALLA SCIMMIA ALL’UOMO L’evoluzione delle scimmie La storia dell’evoluzione dell’uomo così come quella degli altri mammiferi, incomincia con il declino dei grandi rettili che avevano dominato ogni angolo della terra fino a quel momento. L’arma segreta di questi animali si dimostrò essere il sistema circolatorio sanguigno che riusciva a tenere la temperatura del corpo più stabile, in modo da farli sopravvivere e farli muovere liberamente entro una gamma di temperature molto più ampia di quella dei rettili, sia di giorno sia di notte. I cambiamenti climatici, si combinarono con l’aumento delle specie vegetali, degli insetti e di funghi patogeni diffusori di malattie. Con la scomparsa dei dinosauri, i mammiferi ebbero la possibilità di diffondersi ovunque e soprattutto aumentò la loro varietà. Gli antenati delle proscimmie ebbero come competitori dei piccoli roditori. Questi si fecero un’accanita concorrenza sia sugli alberi che sul terreno. Alcune specie di proscimmie si adattarono a vivere al suolo dove in un primo momento proliferarono, ma alla fine si estinsero. Quelle che scelsero la vita sugli alberi, ebbero maggiore fortuna, ma non riuscendo ad eliminare i loro diretti concorrenti, furono costretti a dividerne lo spazio. L’uomo è nato nelle foreste e quindi ogni parte del suo organismo si è formato per rispondere alle esigenze della vita in questi luoghi. Rispetto ai volatili, i mammiferi che scelsero la vita tra gli alberi o sulla terra svilupparono corpi più grandi e cervelli più complessi. Questo perché a differenza degli uccelli che insieme ad una corporatura piccola e molto leggera associarono un comportamento routinario, le specie arboricole potevano evolversi con cervelli abbastanza grandi da permettere loro una notevole attività di apprendimento ed inoltre le dimensioni erano tali da contenere i tessuti cerebrali in grado di generare uno sviluppato potere visivo e una buona coordinazione sensoriale e muscolare. L’azione combinata delle mutazioni e della selezione naturale, determinò un graduale adattamento delle prime proscimmie al loro habitat. Esse svilupparono nelle ar (segue nel file da scaricare)
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