L'evoluzione politica dei Comuni Italiani - Studentville

L'evoluzione politica dei Comuni Italiani

L'organizzazione dei comuni italiani nel XII secolo.

Al Comune aristocratico costituitosi intorno al 1150 e alla istituzione consolare si sostituisce un organismo ristretto, il Consiglio Minore, coadiuvato dal Consiglio Maggiore che doveva dirimere e pensare al disbrigo degli affari più importanti del Comune. A causa dei conflitti interni per la partecipazione al potere politico di ciascuna città sorge una magistratura individuale, il podestà, con il compito di governare al di sopra della fazioni. Lo sviluppo del Comune podestarile si accompagna alla fase di più rapida crescita delle città; dove esiste un forte ceto mercantile-artigianale si fa avanti il popolo che aspirava anch'esso al governo della città (nel 1200 per «popolo» s'intende solo la ricca borghesia mercantile e talvolta gruppi di artigiani più elevati).

Dopo il 1220/1230 sorge, parallelamente al Comune podestarile, il Comune popolare, con il capitano del popolo che si pone a fianco del podestà ottenendo il suo riconoscimento (è il periodo, questo, delle lotte più intense tra Guelfi e Ghibellini, schierati a fianco o contro Federico II).

Nelle città più importanti, il Comune popolare non cessa di aumentare il suo potere ed il suo prestigio a spese di quello podestarile: è il caso di Firenze che passa dal Comune popolare al Comune delle Arti; la città era, cioè, retta dai rappresentanti delle principali organizzazioni di mercanti, le Arti, appunto, il cui potere cresce costantemente tanto da vietare la partecipazione al governo della città ai nobili. Ciò è stabilito dagli Ordinamenti di giustizia emanati da Giano della Bella.

Gli ultimi anni del 1200 sono segnati dalla crisi del Papato, ad opera della Francia, con il trasferimento della sede pontificia ad AVIGNONE (la cosiddetta «Cattività Avignonese»).

Sempre in questo periodo, precisamente nel 1266, Carlo d'Angiò, che aveva sconfitto Manfredi, ottiene dal Papa l'investitura del regno meridionale che vede, quindi, dopo la dinastia sveva, il governo per 16 anni della dinastia angioina; questa viene sostituita dagli aragonesi: la Sicilia ribellandosi agli angioini (Vespri Siciliani) chiede l'aiuto di Pietro III d'Aragona. La guerra fra angioini ed aragonesi dura circa 20 anni: si conclude con la pace di Caltabellotta.

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