Fedro, Libro 1, Favola 9 - Studentville

Fedro, Libro 1, Favola 9

Testo originale

Sibi non cavere et aliis consilium dare stultum esse paucis ostendamus versibus. Oppressum ab aquila, fletus edentem

graves, leporem obiurgabat passer ‘Ubi pernicitas nota’ inquit ‘illa est? Quid ita cessarunt pedes?’ Dum loquitur,

ipsum accipiter necopinum rapit questuque vano clamitantem interficit. Lepus semianimus ‘Mortis en solacium: qui modo

securus nostra inridebas mala, simili querella fata deploras tua’.

 

Traduzione

Non badare a sé e dare consiglio ad altri, dimostriamo che è stolto con pochi versi. Un passero

rimproverava la lepre ghermita da un’aquila, e che mandava gravi lamenti, “Dove è quella famosa velocità ?, disse. Perché si

sono così bloccati i piedi?” Mentre parla, un avvoltoio lo prende sprovveduto e lo uccide mentre grida con vano lamento. La

lepre semiviva “Ecco il sollievo della morte: tu che poco fa sicuro deridevi i nostri mali, con simile lamento piangi i tuoi

fati”.

Versione tradotta

Non badare a sé e dare consiglio ad altri, dimostriamo che è stolto con pochi versi. Un passero

rimproverava la lepre ghermita da un’aquila, e che mandava gravi lamenti, “Dove è quella famosa velocità ?, disse. Perché si

sono così bloccati i piedi?” Mentre parla, un avvoltoio lo prende sprovveduto e lo uccide mentre grida con vano lamento. La

lepre semiviva “Ecco il sollievo della morte: tu che poco fa sicuro deridevi i nostri mali, con simile lamento piangi i tuoi

fati.�

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