Haec eodem tempore Caesari mandata referebantur et legati ab Haeduis et a Treveris veniebant: Haedui questum, quod Harudes qui nuper in Galliam transportati essent, fines eorum popularentur; sese ne obsidibus quidem datis pacem Ariovisti redimere potuisse; Treveri autem, pagos centum Sueborum ad ripas Rheni consedisse qui Rhenum transire conarentur; his praeesse Nasuam etCimberium fratres. Quibus rebus Caesar vehementer commotus maturandum sibi existimavit, ne si nova manus Sueborum cum veteribus copiis Ariovisti sese coniunxisset, minus facile resisti posset. Itaque re frumentaria, quam celerrime potuit, comparata magnis itineribus ad Ariovistum contendit.
Versione tradotta
Nello stesso tempo venivano riferite a Cesare queste missive giungevano ambasciatori sia dagli Edui che dai Treviri: gli Edui a lamentarsi che gli Arudi che da poco erano stati portati in Gallia, devastavano i loro territori; che loro, neppure dopo aver dati gli ostaggi, avevano pototo ottenere la pace di Ariovisto; i Treviri invece (riferivano) che cento cantoni di Suebi si erano insediati presso le rive del Reno per tentare di passare il Reno; li comandava Nasua e Cimberio, fratelli. Cesare, fortemente turbato da queste cose, pensò che dovesse affrettarsi perché se il nuovo manipolo di Suebi si fosse unito alle vecchie truppe di Ariovisto, meno facilmente si poteva resistere. Così, preparata al più presto che potè il vettovagliamento, a marce forzate di diresse contro Ariovisto.
- Letteratura Latina
- Libro 1
- Cesare
- De Bello Gallico