Postridie eius diei Caesar praesidio utrisque castris, quod satis esse visum est, reliquit, alarios omnes in conspectu hostium pro castris minoribus constituit, quod minus multitudine militum legionariorum pro hostium numero valebat, ut ad speciem alariis uteretur; ipse triplici instructa acie usque ad castra hostium accessit. Tum demum necessario Germani suas copias castris eduxerunt generatimque constituerunt paribus intervallis Harudes, Marcomanos, Tribocos, Vangiones, Nemetes, Sedusios, Suebos, omnemque aciem suam raedis et carris circumdederunt, ne qua spes in fuga relinqueretur. Eo mulieres imposuerunt, quae ad proelium proficiscentes passis manibus flentes implorabant, ne se in servitutem Romanis traderent.
Versione tradotta
Il giorno seguente a quello Cesare lasciò a difesa per entrambi gli accampamenti, quello che sembrò esser sufficiente, schierò tutti gli alari al cospetto dei nemici di fronte agli accampamenti minori, poiché disponeva meno di quantità di soldati legionari in rapporto al numero dei nemici, in modo da usare gli alari per diversivo; in persona schierata la triplice schiera si avvicinò fino agli accampamenti dei nemici. Allora finalmente inevitabilmente i Germani fecero uscire le loro truppe dagli accampamenti e li schierarono per tribù ad uguali intervalli – Arudi, Marcomani, Triboli, Mangioni, Nemesi, Sedusi, Suebi -, e circondarono tutta la schiera con vetture e carri, perché non rimanesse alcuna speranza nella fuga. Là vi posero le donne, che piangendo a mani aperte imploravano quelli che partivano per la battaglia, perché non li consegnassero in schiavitù ai Romani.
- Letteratura Latina
- Libro 1
- Cesare
- De Bello Gallico