Erant omnino itinera duo, quibus itineribus domo exire possent: unum per Sequanos, angustum et difficile, inter montem Iuram et flumen Rhodanum, vix qua singuli carri ducerentur, mons autem altissimus impendebat, ut facile perpauci prohibere possent; alterum per provinciam nostram, multo facilius atque expeditius, propterea quod inter fines Helvetiorum et Allobrogum, qui nuper pacati erant, Rhodanus fluit isque nonnullis locis vado transitur. Extremum oppidum Allobrogum est proximumque Helvetiorum finibus Genava. Ex eo oppido pons ad Helvetios pertinet. Allobrogibus sese vel persuasuros, quod nondum bono animo in populum Romanum viderentur, existimabant vel vi coacturos ut per suos fines eos ire paterentur. Omnibus rebus ad profectionem comparatis diem dicunt qua die ad ripam Rhodani omnes conveniant.
Is dies erat a. d. V. Kal. Apr. L. Pisone A. Gabinio consulibus.
Versione tradotta
C’erano in tutto due itinerari, per i quali itinerari potessero uscire dalla patria: uno attraverso i Sequani, stretto e difficile, tra il monte Giura ed il fiume Rodano, dove a stento singoli carri passavano, inoltre sovrastava un monte altissimo, tanto che facilmente in pochissimi potevano bloccare; l’altro attraverso la nostra provincia, molto più facile e spedito, per il fatto che tra i territori degli Elvezi e degli Allobrogi, che da poco erano stati pacificati, scorre il Rodano ed esso in alcuni luoghi si passa a guado. Ginevra è l’ultima città degli Allobrogi e vicinissima ai territori degli Elvezi. Da quella città un ponte arriva agli Elvezi. Pensavano che avrebbero o persuaso gli Allobrogi, che non sembravano ancora di buon animo verso il popolo romano, o li avrebbero costretti con la forza perché permettessero che essi passassero per i loro territori. Fatti tutti i preparativi per la partenza, stabiliscono il giorno, nella quale giornata tutti si raccolgano sul Rodano.
Quel giorno era il 28 marzo, sotto il consolato di L. Pisone ed A. Gabinio.
- Letteratura Latina
- Libro 1
- Cesare
- De Bello Gallico