De Legibus, Libro 1, Paragrafo 11 - Studentville

De Legibus, Libro 1, Paragrafo 11

Atticvs: Atqui uereor ne istam causam nemo noscat tibique semper dicendum sit et eo magis quod te ipse mutasti et aliud dicendi instituisti genus ut quem ad modum Roscius familiaris tuus in senectute numeros in cantu cecinerat ipsasque tardiores fecerat tibias sic tu a contionibus quibus summis uti solebas cotidie relaxes aliquid ut iam oratio tua non multum a philosophorum lenitate absit. Quod sustinere cum uel summa senectus posse uideatur nullam tibi a causis uacationem uideo dari.

Versione tradotta

Attico: - Eppure temo che nessuno ti riconosca questa motivazione, e che tu dovrai sempre pronunziare arringhe, tanto più che hai operato un cambiamento adottando una nuova forma di oratoria; ed a quel modo che il tuo amico Roscio nella vecchiaia aveva moderato le armonie nelle sue cantate, ed aveva fatto rallentare il ritmo dei flauti, così tu ora di giorno in giorno stai moderando alquanto le tue discussioni, che invece eri solito sostenere con estrema vivacità, sicché ormai la tua eloquenza non è molto lontana dalla pacatezza dei filosofi; e poiché pare che una tensione tale possa essere sostenuta anche dalla vecchiaia più avanzata, mi è facile capire che non ti è concesso alcun disimpegno dalle cause.

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