Atticvs: Atqui si quaeris ego quid exspectem quoniam scriptum est a te de optimo rei publicae statu consequens esse uidetur ut scribas tu idem de legibus: sic enim fecisse uideo Platonem illum tuum quem tu admiraris quem omnibus anteponis quem maxime diligis.
Marcvs: Visne igitur ut ille cum Crete Clinia et cum Lacedaemonio Megillo aestiuo quem ad modum describit die in cupressetis Gnosiorum et spatiis siluestribus crebro insistens interdum adquiescens de institutis rerum publicarum ac de optimis legibus disputat sic nos inter has procerissimas populos in uiridi opacaque ripa inambulantes tum autem residentes quaeramus isdem de rebus aliquid uberius quam forensis usus desiderat?
Versione tradotta
Attico: - Eppure se tu mi chiedessi che cosa io mi aspetti, visto che tu già hai scritto della miglior forma di governo, mi sembra conseguente che tu debba ancora scrivere, cioè sulle leggi; cosi infatti vedo che fece quel tuo Platone, che tu ammiri, che poni davanti a tutti, che ami più d'ogni altro.
Marco: - Allora tu vorresti che facessimo come quella persona in compagnia del cretese Clinia e lo spartano Megillo in un giorno d'estate, a quanto egli stesso scrive, il quale, soffermandosi spesso durante una passeggiata nel bosco fra i cipresseti di Cnosso, e di tanto in tanto sedendosi a riposare, discorreva delle istituzioni politiche e delle migliori legislazioni; e così noi, passeggiando fra questi altissimi pioppi su una riva verdeggiante ed ombrosa, e poi mettendoci anche a sedere, dovremmo ricercare intorno a questi medesimi argomenti qualcosa di più stimolante di quello che esige la pratica forense?
- De Legibus
- Libro 1
- Cicerone
- De Legibus