Atticvs: Ego uero ista audire cupio.
Marcvs: Quid ait Quintus?
Qvintvs: Nulla de re magis.
Marcvs: Et recte quidem; nam sic habetote nullo in genere disputandi
oest magis patefieri quid sit homini a natura tributum quantam uim rerum optimarum mens humana contineat cuius muneris colendi efficiendique causa nati et in lucem editi simus quae sit coniunctio hominum quae naturalis societas inter ipsos. His enim explicatis fons legum et iuris inueniri potest.
Versione tradotta
Attico: - Sono esattamente questi i temi che io desidero ascoltare.
Marco: - E tu che ne dici, Quinto?
Quinto: - A nessun altro tema sono interessato di più.
Marco: - Ed è giusto che sia così. Infatti tenete bene in mente questo principio, che in nessun genere di discussione si può manifestare con maggiore evidenza che cosa sia stato attribuito all'uomo dalla natura, quanta abbondanza di ottime doti contenga l'animo umano, per assolvere e realizzare quale compito siamo nati e venuti alla luce, quale sia il legame tra gli uomini, quale la naturale associazione tra i medesimi. Una volta spiegati questi princìpi, si può ritrovare la fonte delle leggi e del diritto.
- Letteratura Latina
- Libro 1
- Cicerone
- De Legibus