Atticvs: Non ergo a praetoris edicto ut plerique nunc neque a duodecim tabulis ut superiores sed penitus ex intima philosophia hauriendam iuris disciplinam putas?
Marcvs: Non enim id quaerimus hoc sermone Pomponi quem ad modum caueamus in iure aut quid de quaque consultatione respondeamus. Sit ista res magna sicut est quae quondam a multis claris uiris nunc ab uno summa auctoritate et scientia sustinetur sed nobis ita complectenda in hac disputatione tota causa est uniuersi iuris ac legum ut hoc ciuile quod dicimus in paruum quendam et angustum locum concludatur. Natura enim iuris explicanda nobis est eaque ab hominis repetenda natura considerandae leges quibus ciuitates regi debeant; tum haec tractanda quae conposita sunt et descripta iura et iussa populorum in quibus ne nostri quidem populi latebunt quae uocantur iura ciuilia.
Versione tradotta
Attico: - Allora tu pensi che la dottrina giuridica non debba essere attinta dagli editti del pretore, come i più credono ora, né dalle dodici tavole, come i nostri antenati, ma dalle radici più profonde della filosofia?
Marco: - Infatti in questa conversazione non indaghiamo questo, Pomponio, cioè delle cautele che dobbiamo prendere in una causa o della risposta che dobbiamo dare a ciascun quesito legale. Sia pure questa un'importante occupazione, come difatti lo è, che già un tempo fu praticata da molti autorevoli personaggi, ed ora da un solo personaggio è mantenuta con grande autorità e conoscenza di causa. Ma in questa discussione dovremo abbracciare nella sua interezza l'argomento del diritto generale e delle leggi, in modo che questo che chiamiamo diritto civile sia circoscritto in un ambito modesto e ben delimitato. Dobbiamo infatti spiegare la natura del diritto ed essa deve essere fatta derivare dalla natura umana, dobbiamo considerare le leggi con le quali si debbano governare gli Stati, e poi dobbiamo trattare di quelle leggi e di quegli ordinamenti dei popoli che sono stati codificati e distinti, e fra di essi non ci sfuggiranno certo quelli del nostro popolo, che sono chiamati diritti civili.
- Letteratura Latina
- Libro 1
- Cicerone
- De Legibus