Itaque arbitrantur prudentiam esse legem cuius ea uis sit ut recte facere iubeat uetet delinquere eamque rem illi Graeco putant nomine nÒmon suum cuique tribuendo appellatam ego nostro a legendo. Nam ut illi aequitatis sic nos delectus uim in lege ponimus et proprium tamen utrumque legis est. Quod si ita recte dicitur ut mihi quidem plerumque uideri solet a lege ducendum est iuris exordium. Ea est enim naturae uis ea mens ratioque prudentis ea iuris atque iniuriae regula. Sed quoniam in populari ratione omnis nostra uersatur oratio populariter interdum loqui necesse erit et appellare eam legem quae scripta sancit quod uult aut iubendo ut uulgus appellare . Constituendi uero iuris ab illa summa lege capiamus exordium quae saeclis omnibus ante nata est quam scripta lex ulla aut quam omnino ciuitas constituta.
Versione tradotta
Pertanto questi giudicano che legge sia la saggezza, la cui forza è che essa comanda di agire rettamente, vieta di commettere colpa, e ritengono che essa, in base al suo nome greco, sia stata chiamata dall'attribuire a ciascuno il suo, io invece in base al suo nome latino da "scegliere"; infatti come quelli attribuiscono al termine "legge " il significato di equità, così noi vi attribuiamo quello di scelta, ma tuttavia ambedue i significati sono propri della legge. Se questo ragionamento è esatto, e certo a me in linea di massima sembra tale, la fonte del diritto è da desumersi dalla legge; essa infatti è la forza vitale della natura, essa è mente e ragione del saggio, essa criterio del giusto e dell'ingiusto. Ma poichè ogni nostro discorso mira alla comprensione delle masse, sarà necessario parlare talvolta in forma popolare e chiamare legge quella che, scritta, sancisce ciò che vuole o comandando o vietando secondo la definizione corrente. Riallacciamoci dunque, nello stabilire la definizione del diritto, a quella legge suprema, che è nata tanti secoli prima che una legge sia mai stata scritta o che qualche Stato sia mai stato del costituito.
- De Divinatione
- De Divinatione di Cicerone
- Cicerone