De Legibus, Libro 1, Paragrafo 20 - Studentville

De Legibus, Libro 1, Paragrafo 20

Qvintvs: Commodius uero et ad rationem instituti sermonis sapientius.

Marcvs: Visne ergo ipsius iuris ortum a fonte repetamus? Quo inuento non erit dubium quo sint haec referenda quae quaerimus.

Qvintvs: Ego uero ita esse faciendum censeo.

Atticvs: Me quoque adscribe fratris sententiae.

Marcvs: Quoniam igitur eius rei publicae quam optumam esse docuit in illis sex libris Scipio tenendus est nobis et seruandus status omnesque leges adcommodandae ad illud ciuitatis genus serendi etiam mores nec scriptis omnia sancienda repetam stirpem iuris a natura qua duce nobis omnis est disputatio explicanda.

Atticvs: Rectissime et quidem ista duce errari nullo pacto potest.

Versione tradotta

Quinto: - Tutto esposto con molta chiarezza e saggezza, in verità.

Marco: - Vuoi dunque che ripercorriamo l'origine del diritto rifacendoci alla sua fonte stessa? Una volta scopertala non vi è dubbio che dobbiamo riportare ad essa quanto stiamo indagando.

Quinto: - Ritengo che così si debba fare.

Attico: - Considera anche me della stessa opinione di tuo fratello.

Marco: - Dal momento dunque che dobbiamo mantenere e conservare inalterate le condizioni di quello Stato, la cui forma Scipione ci dimostrò essere la migliore, in quei famosi sei libri, e poiché tutte le leggi dovranno essere adattate a quel genere di costituzione, e bisogna anche inserirvi i princìpi morali senza sancire ogni cosa per scritto, trarrò fuori la radice del diritto dalla natura, sotto la cui guida dobbiamo svolgere tutta questa discussione.

Attico: - Benissimo, e certo con tale guida non si potrà sbagliare in alcun modo.

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