De Legibus, Libro 1, Paragrafo 22 - Studentville

De Legibus, Libro 1, Paragrafo 22

Atticvs: Perge quaeso. Nam id quod tibi concessi quorsus pertineat exspecto.

Marcvs: Non faciam longius. Huc enim pertinet: animal hoc prouidum sagax multiplex acutum memor plenum rationis et consilii quem uocamus hominem praeclara quadam condicione generatum esse a supremo deo. Solum est enim ex tot animantium generibus atque naturis particeps rationis et cogitationis quom cetera sint omnia expertia. Quid est autem non dicam in homine sed in omni caelo atque terra ratione diuinius? Quae quom adoleuit atque perfecta est nominatur rite sapientia.

Versione tradotta

Attico: - Continua, ti prego; che sto aspettando di sentire quale attinenza abbia ciò che ti ho concesso.

Marco: - Non mi dilungherò; riguarda infatti questo, che quell'essere previdente, sagace, multiforme, acuto, memore, pieno di ragione e di senno, che denominiamo uomo, è stato generato dal sommo dio in una certa condizione privilegiata; fra tanti generi e specie di esseri animati è infatti l'unico partecipe della ragione e del pensiero, mentre tutti gli altri ne sono privi. Che cosa infatti vi è, non dirò nell'uomo, ma in tutto il cielo e la terra di più divino della ragione? Essa, quando è cresciuta ed è diventata perfetta, giustamente si chiama saggezza.

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