De Legibus, Libro 1, Paragrafo 3 - Studentville

De Legibus, Libro 1, Paragrafo 3

Atticvs: Non dubito id quidem. Sed hoc iam non ex te Quinte quaero uerum ex ipso poeta tuine uersus hanc quercum seuerint an ita factum de Mario ut scribis acceperis.

Marcvs: Respondebo tibi equidem sed non ante quam mihi tu ipse responderis Attice certen longe a tuis aedibus inambulans post excessum suum Romulus Proculo Iulio dixerit se deum esse et Quirinum uocari templumque sibi dedicari in eo loco iusserit et uerumne sit Athenis non longe item a tua illa antiqua domo Orithyiam Aquilo sustulerit; sic enim est traditum.

Versione tradotta

Attico: - Non ne dubito affatto; ma questo non lo chiedo a te uomo, Quinto, ma a te come poeta, se davvero i tuoi versi abbiano contribuito a piantare questa quercia, ovvero se tu abbia avuto notizia che ciò fu fatto da Mario, come è scritto.

Marco: - Ti risponderò, Attico, ma non prima che tu mi abbia risposto se sia certo che, passeggiando non lontano dalla tua casa dopo la propria morte, Romolo abbia detto a Giulio Proculo di essere un dio e di chiamarsi Quirino e che abbia ordinato di dedicargli un tempio in quel luogo, e se sia vero che ad Atene, proprio lì, non lontano da quella tua vecchia casa, Aquilone abbia rapito Orizia; è questo che si racconta.

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