De Legibus, Libro 1, Paragrafo 30 - Studentville

De Legibus, Libro 1, Paragrafo 30

Quod argumenti satis est nullam dissimilitudinem esse in genere. Quae si esset non una omnis definitio contineret. Etenim ratio qua una praestamus beluis per quam coniectura ualemus argumentamur refellimus disserimus conficimus aliquid cunus certe est communis doctrina differens discendi quidem facultate par. Nam et sensibus eadem omni conprehenduntur et ea quae mouent sensus itidem mouent omnium quaeque in animis imprimuntur de quibus ante dixi inchoatae intellegentiae similiter in omnibus imprimuntur interpresque mentis oratio uerbis discrepat sententiis congruens. Nec est quisquam gentis ullius qui ducem naturam nactus ad uirtutem peruenire non possit.

Versione tradotta

Questa è la prova sufficiente del fatto che non sia presente alcuna differenza nella specie, poiché se essa vi fosse, un'unica definizione non comprenderebbe tutti. Del resto la ragione, con la quale ci differenziamo dai bruti, per mezzo della quale possiamo congetturare, argomentare, controbattere, discutere, eseguire qualsiasi cosa, è certamente comune a tutti gli uomini, differente per costituzione, ma eguale quanto a capacità di apprendere. Infatti gli oggetti in maniera identica per tutti vengono afferrati dai sensi, e quelle cose che colpiscono i sensi, allo stesso modo sollecitano i sensi di tutti; inoltre quelle nozioni iniziali, di cui ho già parlato, e che si imprimono negli animi, in egual modo si imprimono in tutti. Infine il linguaggio, interprete dell'intelletto, differisce quanto alle parole, ma concorda nei concetti; né vi è qualcuno tra gli individui, che, una volta assunta la natura quale guida, non possa giungere alla virtù

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