Marcvs: Sequitur igitur ad participandum alium alio communicandumque inter omnes ius os natura esse factos. Atque hoc in omni hac disputatione sic intellegi uolo quo dicam naturam [esse]; tantam autem esse corruptelam malae consuetudinis ut ab ea tamquam igniculi exstinguantur a natura dati exorianturque et confirmentur uitia contraria. Quodsi quo modo st natura sic iudicio homines ‘humani ut ait poeta nihil a se alienum putarent’ coleretur ius aeque ab omnibus. Quibus enim ratio natura data est isdem etiam recta ratio data est; ergo et lex quae est recta ratio in iubendo et uetando; si lex ius quoque; et omnibus ratio. Ius igitur datum est omnibus recteque Socrates exsecrari eum solebat qui primus utilitatem a seiunxisset; id enim querebatur caput esse exitiorum omnium. Vnde enim illa Pythagorea uox [de amicitia locus]:
Versione tradotta
Marco: - Ne consegue che siamo così fatti dalla natura, per essere partecipi del diritto e comunicarcelo tra tutti, gli uni con gli altri. E questo, nel corso di tutta questa discussione, vorrei che si intendesse in questo senso, quando dico che si tratta della natura stessa; e che la corruzione derivante dal cattivo comportamento è così grande che si estinguono quelle scintille dateci dalla natura, e invece sorgono e si rafforzano i vizi contrari. Che se gli uomini nel loro giudizio agissero tutti secondo il principio che la natura è comune in tutti, e, come dice il poeta, " nulla di umano ritenessero loro estraneo", il diritto sarebbe rispettato in eguale misura da tutti. A quegli stessi individui infatti, che dalla natura fu concessa la ragione, fu pure data la retta ragione, cioè la legge, che è retta ragione nel comandare e nel vietare; e se è loro data la legge, lo è anche il diritto.Quindi il diritto è dato a tutti, e giustamente Socrate insisteva nell'esecrare colui che per primo aveva disgiunto l'utilità dal diritto; lamentava infatti che ciò era l'origine di ogni rovina. Di qui quel detto pitagorico, [un passo sull'amicizia]: [perché uno solo emerga fra i più].
- Letteratura Latina
- Libro 1
- Cicerone
- De Legibus