Atqui si natura confirmatura ius non erit uirtutes omnes tollantur. Vbi enim liberalitas ubi patriae caritas ubi pietas ubi aut bene merendi de altero aut referendae gratiae uoluntas poterit existere? Nam haec nascuntur ex eo quod natura propensi sumus ad diligendos homines quod fundamentum iuris est. Neque solum in homines obsequia sed etiam in deos caerimoniae religionesque tollntur quas non metu sed ea coniunctione quae est homini cum deo conseruandas puto. Quodsi populorum iussis si principum decretis si sententiis iudicum iura constituerentur ius esset latrocinari ius adulterare ius testamenta falsa supponere si haec suffragiis aut scitis multitudinis probarentur.
Versione tradotta
se la natura non fosse pronta a dar forza al diritto, tutti i valori sarebbero annullati. Dove infatti potrebbe ancora esistere la generosità, l'amor di patria, la pietà, dove il desiderio di rendersi benemerito verso qualcuno o di dimostrare gratitudine? E' chiaro che questi sentimenti nascono dal fatto che siamo naturalmente inclini ad amare gli uomini, e questo costituisce il fondamento del diritto. E non soltanto si eliminerebbe il rispetto verso gli uomini, ma anche il culto ed i riti verso gli dèi, che penso debbano essere conservati non già per timore, ma per quel legame che unisce l'uomo alla divinità.
Se infatti il diritto fosse costituito sulla base dei decreti del popolo, degli editti dei prìncipi, delle sentenze dei giudici, sarebbe un diritto il rubare, commettere adulterio, falsificare testamenti, ove tali azioni venissero approvate dal voto o dal decreto della massa.
- Letteratura Latina
- Libro 1
- Cicerone
- De Legibus