Haec autem in opinione existimare non in natura posita dementis est. Nam nec arboris nec equi uirtus quae dicitur (in quo abutimur nomine) in opinione sita est sed in natura. Quod si ita est honesta quoque et turpia natura diiudicanda sunt. Nam si opinione uniuersa uirtus eadem eius etiam partes probarentur. Quis igitur prudentem et ut ita dicam catum non ex ipsius habitu sed ex aliqua re externa iudicet? Est enim uirtus perfecta ratio quod certe in natura est: igitur omnis honestas eodem modo.
Nam ut uera et falsa ut consequentia et contraria sua sponte non aliena iudicantur sic constans et perpetua ratio uitae quae uirtus est itemque inconstantia quod est uitium sua natura probai; nos ingenia im non item?
Versione tradotta
Ritenere che esse dipendono dall'opinione e non dalla natura, è da pazzi. Infatti né quella che si può chiamare, pur abusando del nome, la virtù di una pianta né quella di un cavallo, sta nella opinione degli uomini, ma nella natura; e se così è, anche l'onesto ed il disonesto dovranno essere distinti per natura. Se infatti la virtù in generale fosse considerata in base all'opinione, in base alla medesima lo sarebbero anche le sue parti. Ma chi dunque giudicherebbe un individuo prudente e, per così dire, accorto, non in base al suo intrinseco carattere, ma da qualche elemento esteriore? Infatti è la virtù la ragione assolutamente perfetta, il che sussiste certamente in natura; e dunque lo stesso accade per l'onestà in generale.
Come infatti il vero e il falso, ciò che è logico ed il suo contrario, vengono giudicati per sé stessi e non per ragioni esterne, così quella norma coerente ed eterna di vita, che è la virtù, e del pari l'incoerenza, che è il vizio, la loro stessa natura li definisce; e forse noi non giudicheremo in egual modo l'indole delle persone ?
- Letteratura Latina
- Libro 1
- Cicerone
- De Legibus