Sed perturbat nos opinionum uarietas hominumque dissensio et quia non idem contingit in sensibus hos natura certos putamus; illa quae aliis sic aliis secus nec isdem semper uno modo uidentur ficta esse dicimus. Quod est longe aliter. Nam sensus nostros non parens non nutrix non magister non poeta non scaena deprauat non multitudinis consensus abducit. At uero animis omnes tenduntur insidiae uel ab iis quos modo enumeraui qui teneros et rudes quom acceperunt inficiunt et flectunt ut uolunt uel ab ea quae penitus in omni sensu implicata insidet imitatrix boni uoluptas malorum autem mater omnium; quoius blanditiis corrupti quae natura bona sunt quia dulcedine hac et scabie carent non cern satis.
Versione tradotta
Ma ciò che ci mette in difficoltà è la varietà di opinioni ed il disaccordo tra gli uomini, e poiché lo stesso non accade per i sensi, questi li consideriamo naturalmente sicuri, mentre chiamiamo immaginario quanto appare agli uni in un modo, agli altri in un altro, ed ai medesimi non sempre nella stessa maniera. Cosa in realtà ben diversa. Né il padre, infatti, né la balia, né il maestro, né il poeta, né il teatro corrompono i nostri sensi, né li allontana dal vero il consenso della folla; ma all'anima si tendono ogni sorta di insidie o da parte di coloro che ho menzionato poco fa, che dopo averci ricevuti ancor teneri e inesperti, ci formano e piegano come vogliono, o da parte di quel plagiatore del bene, ma padre di tutti i mali, il piacere, che se ne sta profondamente avvolto in mezzo a tutti i sensi; corrotti dalle cui blandizie che per natura sono beni, poiché sono privi di questo dolce male, noi non li scorgiamo interamente.
- Letteratura Latina
- Libro 1
- Cicerone
- De Legibus