De Legibus, Libro 1, Paragrafo 48 - Studentville

De Legibus, Libro 1, Paragrafo 48

Sequitur (ut conclusa mihi iam haec sit omnis oratio) id quod ante oculos ex iis est quae dicta sunt et ius et omne honestum sua sponte esse expetendum. Etenim omnes uiri boni ipsam aequitatem et ius ipsum amant nec est uiri boni errare et diligere quod per se non sit diligendum: per se igitur ius est expetendum et colendum. Quod si ius etiam iustitia; sin ea reliquae quoque uirtutes per se colendae sunt. Quid? Liberalitas gratuitane est an mercennaria? Si sine praemio benignus est gratuita; si cum mercede conducta. Nec est dubium quin is qui liberalis benignusue dicitur officium non fructum sequatur. Ergo item iustitia nihil expetit praemii nihil pretii: per se igitur expetitur eademque omnium uirtutum causa atque sententia est.

Versione tradotta

Giunto ormai alla fine ormai tutto questo discorso, ne consegue quello che già è stato messo in evidenza da quanto abbiamo detto, cioè che il giusto e tutto ciò che è onesto deve essere perseguito spontaneamente. Infatti tutti i galantuomini amano l'equità e il diritto di per se stessi e non si addice alla persona dabbene sbagliare ed amare ciò che di per sé non sarebbe da amare. Si deve quindi ricercare e rispettare il diritto di per se stesso. Se così è per il diritto, lo è anche per la giustizia; e se lo è per essa, pure tutte le altre virtù sono da coltivare di per se stesse. Perché mai? La generosità è gratuita o a pagamento? Se è senza ricompensa, essa allora è benevola e gratuita; se a pagamento è una prestazione comperata, e non vi è dubbio che colui che è detto generoso e benevolo, abbia di mira il proprio dovere, e non il proprio vantaggio. Pertanto la giustizia non aspira a ricompensa, né a prezzo; essa dunque è ricercata di per se stessa. Identico è il movente ed il senso di tutte le virtù.

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