Quid uero de modestia quid de temperantia quid de continentia quid de uerecundia pudore pudicitiaque dicemus? Infamiaene metu non esse petulantes an legum et iudiciorum? Innocentes ergo et uerecundi sunt ut bene audiant et ut rumorem bonum colligant erubescent impudica loqui. At me istorum philosophorum pudet qui iudicium uitare uitio ipso tat putant.
Versione tradotta
Che dovremo dire della moderazione, della temperanza, dell'equilibrio, della vergogna, della riservatezza e della pudicizia? Che forse non si è sfrontati per timore del disonore, o delle leggi e dei processi? Allora sono persone oneste e morigerate per sentire parlare bene di sé, e allo scopo di raccogliere commenti amichevoli, arrossiscono nel dire cose indecenti. Tuttavia io mi vergogno di codesti filosofi, che vogliono evitare di essere giudicati, né pensano di essersi messi in vista proprio per un'azione colpevole.
- Letteratura Latina
- De Divinatione di Cicerone
- Cicerone