Marcvs: Quae quidem ad rem pertineat una: quippe quom antiqui omne quod secundum naturam esset quo iuuaremur in uita bonum esse decreuerint hic nisi quod honestum esset putarit bonum.
Atticvs: Paruam uero controuersiam dicis at non eam quae dirimat omnia!
Marcvs: Probe quidem sentires si re ac non uerbis dissiderent.
Atticvs: Ergo adsentiris Antiocho familiari meo (magistro enim non audeo dicere) quocum uixi et qui me ex nostris paene conuellit hortulis deduxitque in Academiam perpauculis passibus.
Marcvs: Vir iste fuit ille acutus et prudens et in suo genere perfectus mihique ut scis familiaris cui tamen ego adsentiar in omnibus necne mox uidero. Hoc dico controuersiam totam istam posse sedari.
Atticvs: Qui istuc tandem uides?
Versione tradotta
Marco: - Per quanto riguarda l'argomento centrale, una sola la divergenza, perché mentre quelli dell'antica Accademia stabilirono che fosse un bene tutto ciò che è secondo natura e da cui ricaviamo giovamento nella nostra vita, questi invece non considerò un bene se non ciò che è onesto.
Attico: - Ma tu mi esponi un dibattito di importanza minima, e non certo tale da risolvere tutte le questioni.
Marco: - Avresti ragione, se la loro divergenza fosse sui fatti, e non sulle parole.
Attico: - Allora tu sei d'accordo con il mio amico Antioco - che non oso chiamare tuo maestro- col quale ho trascorso un po' di tempo, che stava quasi per sradicarmi dai nostri giardini e mi avrebbe portato in pochissimi passi nell'Accademia.
Marco: - Quello è stato certamente un uomo saggio, lucido e, nel suo genere, perfetto, ed anche, come ben sai, mio amico; però vedremo in seguito se io vado d'accordo con lui in tutto oppure no; ma io sono convinto che si possa appianare tutto questo contrasto di idee.
Attico: - Dunque, tu come giudichi questa questione?
- Letteratura Latina
- Libro 1
- Cicerone
- De Legibus