Nam qui se ipse norit primum aliquid se habere sentiet diuinum ingeniumque in se suum sicut simulacrum aliquod dicatum putabit tantoque munere deorum semper dignum aliquid et faciet et sentiet et quom se ipse perspexerit totumque temptarit intelleget quem ad modum a natura subornatus in uitam uenerit quantaque instrumenta habeat ad obtinendam adipiscendamque sapientiam quoniam principio rerum omnium quasi adumbratas intellegentias animo ac mente conceperit quibus inlustratis sapientia duce bonum uirum et ob eam ipsam causam cernat se beatum fore.
Versione tradotta
Chi infatti conosce se stesso, sentirà in primo luogo d'avere in sé qualcosa di divino e considererà il proprio ingegno come una sorta di immagine divina consacrata dentro di lui, e penserà e farà sempre qualcosa di degno di un così gran dono degli dèi. Quando poi avrà esaminato a fondo e messo alla prova sé stesso, comprenderà in qual modo attrezzato dalla natura sia venuto alla vita e quanti strumenti egli abbia, atti a conseguire e conservare la sapienza. Fin dal principio egli ha concepito nella mente e nell'animo una sorta quasi di adombrata nozione di tutti gli oggetti, e dopo che li avrà chiariti sotto la guida della sapienza, s'accorgerà d'essere un uomo buono e per questa ragione stessa sarà anche felice.
- Letteratura Latina
- Libro 1
- Cicerone
- De Legibus