Idemque quom caelum terras maria rerumque omnium naturam perspexerit eaque unde generata quo recura quando quo modo obitura quid in iis mortale et caducum quid diuinum aeternumque sit uiderit ipsumque ea moderantem et regentem paene prenderit seseque non circumdatum moenibus popularem alicuius definiti loci sed ciuem totius mundi quasi unius urbis agnouerit in hac ille magnificentia rerum atque in hoc conspectu et cognitione naturae dii inmortales quam se ipse noscet! [quod Apollo praecepit Pythius] Quam contemnet quam despiciet quam pro nihilo putabit ea quae uolgo dicuntur amplissima!
Versione tradotta
E ancora quel medesimo, quando avrà spinto lo sguardo attraverso il cielo, la terra, i mari e tutta la natura dell'universo, ed avrà visto donde sia stata generata, dove essa dovrà un giorno ritornare, in qual modo dovrà perire e che cosa fra questi oggetti vi sia di mortale e caduco e che cosa di divino e di etemo; insomma, quando avrà compreso che dio stesso è colui che la regola e quasi la governa e che non è solo circondato dalle mura, come cittadino di un qualche luogo limitato, ma avrà riconosciuto di essere cittadino di tutto il mondo, come quasi di una unica città, allora egli, in mezzo a così grande splendore ed in questa visione e conoscenza della natura, per gli dèi immortali, quale conoscenza potrà attingere di se stesso! [Questo è il precetto di Apollo Pizio] Quanto disprezzerà, quanto terrà in poco conto tutto ciò che dalla massa viene considerato come di grandissimo valore!
- Letteratura Latina
- Libro 1
- Cicerone
- De Legibus