Qvintvs: Mihi uero nihil et saepe de isto conlocuti sumus; sed est quaedam inter nos parua dissensio.
Atticvs: Quae tandem?
Qvintvs: A quibus temporibus scribendi capiatur exordium. Ego enim ab ultimis censeo quoniam illa sic scripta sunt ut ne legantur quidem ipse autem aequalem aetatis suae memoriam deposcit ut ea conplectatur quibus ipse interfuit.
Atticvs: Ego uero huic potius adsentior. Sunt enim maxumae res in hac memoria atque aetate nostra; tum autem hominis amicissimi Cn. Pompeii laudes inlustrabit incurret etiam in illum et memorabilem annum suum: quae ab isto malo praedicari quam ut aiunt de Remo et Romulo.
Marcvs: Intellego equidem a me istum laborem iam diu postulari Attice. Quem non recusarem si mihi ullum tribueretur uacuum tempus et liberum. Neque enim occupata opera neque inpedito animo res tanta suscipi potest: utrumque opus est et cura uacare et negotio.
Versione tradotta
Quinto: - Per nulla, anzi abbiamo spesso parlato di questo argomento. Ma tra di noi c'è una piccola divergenza di vedute.
Attico: - Quale?
Quinto: -Da quale periodo incominciare la stesura della storia. Io penso dagli anni più lontani, dal momento che se ne è scritto in maniera tale da non invogliare nemmeno alla lettura; egli invece insiste sulla memoria dell'epoca a lui contemporanea, per abbracciare tutti quegli avvenimenti cui ha partecipato egli stesso personalmente.
Attico: - Ed io darei ragione piuttosto a lui. In questa nostra epoca e nei nostri ricordi vi sono infatti degli eventi importantissimi; quindi egli potrà illustrare le glorie di Cn. Pompeo suo intimo amico e si incontrerà anche in quel*... proprio suo e memorabile anno; e preferirei che da lui fossero celebrati questi avvenimenti, anziché personaggi quali Romolo e Remo.
Marco: - Riconosco, Attico, che già da tempo mi si richiede quest'impresa; ed io non la rifiuterei, se mi fosse concesso un pò di tempo libero e tranquillo; infatti non si può intraprendere un così grande lavoro quando si è occupati in un'altra attività o con la mente poco serena; vi sarebbe bisogno di ambedue: essere liberi da preoccupazioni e da impegni.
- Letteratura Latina
- Libro 1
- Cicerone
- De Legibus