Atticvs: Quid? Ad cetera quae scripsisti plura quam quisquam e nostris quod tibi tandem tempus uacuum fuit concessum?
Marcvs: Subsiciua quaedam tempora incurrunt quae ego perire non patior ut si qui dies ad rusticandum dati sint ad eorum numerum adcommodentur quae scribimus. Historia uero nec institui potest nisi praeparato otio nec exiguo tempore absolui et ego animi pendere soleo cum semel quid orsus [si] traducor alio neque tam facile interrupta contexo quam absoluo instituta.
Versione tradotta
Attico: - Perché mai? Per tutto ciò che tu hai scritto in quantità maggiore in confronto a chiunque di noi, quale tempo libero ti fu concesso?
Marco: - A me capitano certi ritagli di tempo, che io non permetto che vada sprecato, in modo che se mi rimane libero qualche giorno per andare in campagna, lo sfrutto nello stendere ciò che ho abbozzato. Ma un'opera storica non si può incominciare senza un tempo libero ben determinato, né può essere portata a termine in breve tempo; inoltre normalmente io mi trovo a disagio se devo spostarmi ogni volta che abbia messo mano a qualche cosa, né così facilmente riprendo i lavori interrotti come invece riesco a condurre a termine senza interruzioni quelli già sviluppati.
- Letteratura Latina
- Libro 1
- Cicerone
- De Legibus