De Legibus, Libro 1, Pargrafo 34 - Studentville

De Legibus, Libro 1, Pargrafo 34

. . . Ex quo perspicitur quom hanc beniuolentiam tam late longeque diffusam uir sapiens in aliquem pari uirtute praeditum contulerit tum illud effici (quod quibusdam incredibile uideatur sit autem necessarium) ut in ill sese plus quam alterum diligat: quid enim est quod differat quom sint cuncta paria? Quod si interesse quippiam tantulum modo potuerit in iam amicitiae nomen occiderit cuius est ea uis ut simul atque sibi aliquid alter maluerit nulla sit.

Quae praemuniuntur omnia reliquo sermoni disputationique nostrae quo facilius ius in natura esse positum intellegi possit. De quo quom perpauca dixero tum ad ius ciuile ueniam ex quo haec omnis est nata oratio.

Versione tradotta

… dal che si vede che, quando una persona saggia riversi questa benevolenza, che è tanto diffusa, su qualcuno dotato di pari qualità, si verifica allora - cosa che ad alcuni può apparire incredibile, ma è inevitabile - che egli non ami affatto se stesso più dell'altro; che differenza rimarrebbe, se esistesse una assoluta eguaglianza di tutto? Che se nell' amicizia potesse sussistere una benché minima differenza, sparirebbe il nome stesso dell'amicizia, la cui natura è tale, che essa si annulla del tutto non appena uno dei due preferisca per sé qualcosa di diverso dall'altro. Ometto tutti i dettagli che anticipano questa conversazione e discussione, mediante i quali si potrebbe più facilmente intendere che il diritto è insito nella natura. Ed appena avrò dette pochissime parole su di ciò, verrò a quel diritto civile, da cui è nato tutto questo discorso.

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