Eneide, Libro 1, traduzione vv. 494-519 - Studentville

Eneide, Libro 1, traduzione vv. 494-519

Testo originale

Haec dum

Dardanio Aeneae miranda videntur,
dum stupet obtutuque haeret defixus in uno,
regina ad templum, forma pulcherrima

Dido,
incessit magna iuvenum stipante caterva.
qualis in Eurotae ripis aut per iuga Cynthi
exercet Diana choros, quam

mille secutae
hinc atque hinc glomerantur Oreades; illa pharetram
fert umero gradiensque deas supereminet omnis

Latonae tacitum pertemptant gaudia pectus:
talis erat Dido, talem se laeta ferebat
per medios instans operi

regnisque futuris.
tum foribus divae, media testudine templi,
saepta armis solioque alte subnixa resedit.
iura dabat

legesque viris, operumque laborem
partibus aequabat iustis aut sorte trahebat:
cum subito Aeneas concursu accedere

magno
Anthea Sergestumque videt fortemque Cloanthum
Teucrorumque alios, ater quos aequore turbo
dispulerat

penitusque alias avexerat oras.
obstipuit simul ipse, simul percussus Achates
laetitiaque metuque; avidi coniungere

dextras
ardebant, sed res animos incognita turbat.
dissimulant et nube cava speculantur amicti
quae fortuna viris,

classem quo litore linquant,
quid veniant; cunctis nam lecti navibus ibant
orantes veniam et templum clamore

petebant.

Versione Tradotta dell’Eneide Libro 1, vv. 494-519

Mentre queste cose

sembrano ammirevoli al dardanio Enea,
mentre stupisce e resta fisso nello spettacolo unico,
la regina, Didone bellissima

d’aspetto, si diresse al tempio con una grande squadra avvolgente di giovani.
Quale Diana guida le danze sulle rive d’Eurota

o
lungo i gioghi di Cinto, che le mille Oreadi stringono seguendola di qua e di là; ella porta alla spalla
e procedendo

sovrasta tutte le dee,
le soddisfazioni invadono il tacito cuore di Latona:
tale era Didone, tale si portava lieta
in

mezzo vigilando sul lavoro e sui regni futuri.
Poi sulle porte della dea, in mezzo alla volta del tempio,
scortata da

armi appoggiandosi al trono in alto sedette.
Dava sentenze e leggi agli uomini, adeguava la fatica
dei lavori in parti

giuste o tirava a sorte:
quando improvvisamente vede avanzare con gran folla
Anteo e Sergesto ed il forte Cloanto
ed

altri dei Teucri, che il nero turbine del mare
aveva disperso e portato addirittura ad altre spiagge.
Egli tanto stupì,

quanto Acate colpito
da gioia e paura; ardevano desiderosi di stringere
le destre, ma il fatto insolito turba i

cuori.
Dissimulan e coperti da cava nube spiano
quale sorte per gli uomini, in quale lido lascino la flotta,
perché

giungano; infatti scelti da tutte le navi andavano
pregando pietà ed al tempio con grido si avviavano.

 

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