Eneide, Libro 1, traduzione vv. 695-722 - Studentville

Eneide, Libro 1, traduzione vv. 695-722

Iamque ibat dicto parens et dona Cupido
regia portabat Tyriis duce laetus Achate.
cum venit, aulaeis

iam se regina superbis
aurea composuit sponda mediamque locavit,
iam pater Aeneas et iam Troiana iuventus

conveniunt, stratoque super discumbitur ostro.
dant manibus famuli lymphas Cereremque canistris
expediunt tonsisque

ferunt mantelia villis.
quinquaginta intus famulae, quibus ordine longo
cura penum struere et flammis adolere penatis;

centum aliae totidemque pares aetate ministri,
qui dapibus mensas onerent et pocula ponant.
nec non et Tyrii per

limina laeta frequentes
convenere; toris iussi discumbere pictis
mirantur dona Aeneae, mirantur Iulum,
flagrantisque

dei vultus simulataque verba,
pallamque et pictum croceo velamen acantho.
praecipue infelix, pesti devota

futurae,
expleri mentem nequit ardescitque tuendo
Phoenissa, et pariter puero donisque movetur.
ille ubi complexu

Aeneae colloque pependit
et magnum falsi implevit genitoris amorem,
reginam petit. haec oculis, haec pectore toto

haeret et interdum gremio fovet inscia Dido
insidat quantus miserae deus. at memor ille
matris Acidaliae paulatim

abolere Sychaeum
incipit et vivo temptat praevertere amore
iam pridem resides animos desuetaque corda.

Versione tradotta

Ed

ormai Cupido andava obbedendo alla parola
e potava regali doni, lieto ai Tirii, sotto la guida di Acate.
Quando giunge,

già la regina aurea si è adagiata sui superbi tappeti e
collocata in mezzo sul divano,
già il padre Enea e la gioventù

troiana
s’uniscono e si distende su giaciglio e porpora .
I servi danno acqua alle mani e preparano Cerere
su

canestri e portano salviette, rasati i tessuti.
dentro cinquanta serve, il cui compito preparar
provviste in lunga fila e

far fumare i focolari con fiamme;
cento altre ed altrettanti servi pari d’età,
che colmino le mense di

vivande ed offrano calici.
Ma anche i Tirii numerosi s’aggiunsero nelle liete sale;
pregati di accomodarsi sui letti

dipinti
ammirano i doni d’Enea, ammirano Iulo,
le splendenti fattezze del dio e le simulate parole,
ed il manto ed il

velo dipinto di croceo acanto.
Soprattutto l’infelice Fenicia, votata a futura sventura,
non può saziare la mente e s’

accalora guardando
ed insieme è commossa dal ragazzo e dai doni.
Egli come s’attaccò con l’abbraccio al collo d’Enea
e

riempì il grande amore del falso genitore,
si recò dalla regina. Questa con gli occhi, questa
tutto il cuore si incolla

ed intanto lo scalda col petto
Didone ignara quale grande dio si posi sulla misera.
Ma quello memore della madre Acidalia

comincia a poco
a poco a cancellare Sicheo e tenta cambiare con amore
vivo i sensi già prima assopiti ed i cuori non

avvezzi.

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