Interea soror alma monet succedere Lauso
Turnum, qui volucri curru medium secat agmen. 440
ut vidit socios: ‘tempus
desistere pugnae;
solus ego in Pallanta feror, soli mihi Pallas
debetur; cuperem ipse parens spectator adesset.’
haec ait, et socii cesserunt aequore iusso.
at Rutulum abscessu iuvenis tum iussa superba 445
miratus stupet in
Turno corpusque per ingens
lumina volvit obitque truci procul omnia visu,
talibus et dictis it contra dicta tyranni:
‘aut spoliis ego iam raptis laudabor opimis
aut leto insigni: sorti pater aequus utrique est. 450
tolle
minas.’ fatus medium procedit in aequor;
frigidus Arcadibus coit in praecordia sanguis.
desiluit Turnus biiugis,
pedes apparat ire
comminus; utque leo, specula cum vidit ab alta
stare procul campis meditantem in proelia taurum, 455
advolat, haud alia est Turni venientis imago.
hunc ubi contiguum missae fore credidit hastae,
ire prior Pallas, si
qua fors adiuvet ausum
viribus imparibus, magnumque ita ad aethera fatur:
‘per patris hospitium et mensas, quas
advena adisti, 10.460
te precor, Alcide, coeptis ingentibus adsis.
cernat semineci sibi me rapere arma cruenta
victoremque ferant morientia lumina Turni.’
audiit Alcides iuvenem magnumque sub imo
corde premit gemitum
lacrimasque effundit inanis. 465
tum genitor natum dictis adfatur amicis:
‘stat sua cuique dies, breve et
inreparabile tempus
omnibus est vitae; sed famam extendere factis,
hoc virtutis opus. Troiae sub moenibus altis
tot
gnati cecidere deum, quin occidit una 470
Sarpedon, mea progenies; etiam sua Turnum
fata vocant metasque dati pervenit
ad aevi.’
sic ait, atque oculos Rutulorum reicit arvis.
At Pallas magnis emittit viribus hastam
vaginaque cava
fulgentem deripit ensem. 475
illa volans umeri surgunt qua tegmina summa
incidit, atque viam clipei molita per oras
tandem etiam magno strinxit de corpore Turni.
hic Turnus ferro praefixum robur acuto
in Pallanta diu librans iacit
atque ita fatur: 10.480
‘aspice num mage sit nostrum penetrabile telum.’
dixerat; at clipeum, tot ferri terga, tot
aeris,
quem pellis totiens obeat circumdata tauri,
vibranti cuspis medium transverberat ictu
loricaeque moras et
pectus perforat ingens. 485
ille rapit calidum frustra de vulnere telum:
una eademque via sanguis animusque sequuntur.
corruit in vulnus sonitum super arma dedere
et terram hostilem moriens petit ore cruento.
quem Turnus super
adsistens: [ sic ore precatur] 490
‘Arcades, haec’ inquit ‘memores mea dicta referte
Evandro: qualem meruit,
Pallanta remitto.
quisquis honos tumuli, quidquid solamen humandi est,
largior. haud illi stabunt Aeneia parvo
hospitia.’ et laevo pressit pede talia fatus 495
exanimem rapiens immania pondera baltei
impressumque nefas: una
sub nocte iugali
caesa manus iuvenum foede thalamique cruenti,
quae Clonus Eurytides multo caelaverat auro;
quo
nunc Turnus ovat spolio gaudetque potitus. 10.500
nescia mens hominum fati sortisque futurae
et servare modum rebus
sublata secundis.
Turno tempus erit magno cum optaverit emptum
intactum Pallanta, et cum spolia ista diemque
oderit. at socii multo gemitu lacrimisque 505
impositum scuto referunt Pallanta frequentes.
o dolor atque decus
magnum rediture parenti,
haec te prima dies bello dedit, haec eadem aufert,
cum tamen ingentis Rutulorum linquis
acervos.
Versione tradotta
Intando la
divina sorella avvisa di subentrare a Lauso
Turno, che tagliain mezzo la schiera col cocchio alato. 440
Come vide i
compagni: "E' tempo di smetterelo scontro;
io da solo mi porto contro Pallante, a me solo Pallante
è dovuto; vorrei
che lo stesso padre fosse presente come spettatore."
Così disse, ed i compagni si ritirarono dal campo ordinato.
Ma alla
ritirata dei Rutuli poi il giovane meravigliatosi 445
dei superbi ordini stupisce davanti a Turno e volge gli occhi
sul
corpo gigantesco e da lontano con volto truce squadra tutto,
e con tali parole va contro le parole del re:
"O io ormai
sarò lodato per le ricche spoglie strappate oppure
per una morte gloriosa: il padre è uguale per la doppia sorte. 450
Smetti le minacce." Espressosi avanza in mezzo al campo;
un samgue freddo agli Arcadi si stringe nei cuori.
Turno
saltò giù dalla biga, si prepara ad andare a piedi
al duello; come un leone, quando da un alta vedetta ha visto
lontano
nelle piane un toro star fermo meditando agli scontri 455
vola, non diverso è l'aspetto di Turno che arriva.
Quando
credette che costui fosse vicino all'asta lanciata,
avanzaperprimo Pallante, se un caso aiutasse chi osa
con forze
impari, e così parla al grande etere:
"Per l'ospitalità e le mense del padre,che forestiero trovasti, 460
ti prego,
Alcide, assisti legigantesche imprese.
Veda me che strappo a lui semimorto le armi cruente
e gli occhi morenti di Turno
mi sopportino vincitore."
Alcide ascoltò il giovane e represse in fondo al cuore
un grande gemito e versò lacrime
inutili. 465
Allora il padre parla al figlio con parole amiche:
"Per ognuno è fisso il suo giorno, per tutti iltempo
della vita
è breve ed irreparabile; ma estendere la fama coi fatti,
questo il compito del valore. Sotto le alte muradi
Troia
tanti figli di dei caddero, anzi cadde insieme
Sarpedonte, mia progenie; anche i suoifati chiamano
Turno ed è
giunto alle mete dell'età concessa."
Così disse, e distolse gli occhi dai campi dei Rutuli.
Ma Pallante consforzi
enormi lancia l'asta
e strappa dal cavo fodero la splendente spada. 475
Quella volando cadde dove s'alzano i più
alti ripari
della spalla, e trovata una via sugli orli dello scudo
apena sfiorò anche il grandecorpo di Turno.
Allora
Turno a lungo librandola lancia l'asta munita
di ferro acuto contro Pallante ecosì parla: 480
"Guarda se il nosto
dardo sia più penetrabile."
Aveva detto; ma lo scudo, tante lamine di ferro, tante di bronzo
altrettante di pelle di
toro, messe attorno, che ( la punta) incontri,
in mezzo con un colpo vibrante la punta lo trapassa
e perfora i rapari
della corazza ed il grande petto. 485
Egli afferra il caldo dardo invano dalla ferita:
per una stessa via sangue ed anima
escono.
Crollò sulla ferita e sopra le armi diedero in suono
e morendo colpisce la terra ostile col volto cruento.
Ma
sopra di lui Turno piantandosi sopra [ così grida con la bocca] 490
"Arcadi, disse, queste mie parole riferite memori
ad
Evandro: come ha meritato, rimando Pallante.
Qualsiasi onore della tomba, qualunque consolazione ci sia
di seppellirlo,
concedo. Per lui non costeranno poco le ospitalità
di Enea." E, dicendo così, col piede sinistro calpestò 495
l'esanime afferrandoi gli enormi pesi del balteo
ed il sacrilego impresso: in un'unica notte nuziale
una
schiera di giovani uccisa sconciamente ed i letti cruenti,
che Clono Euritide aveva cesellato con molto oro;
di questa
spoglia oraTurno trionfa e gode, impadronitosene. 500
Mente degli uomini ignara del fato e della sorte futura
e privata
nei momenti favorevoli di mantenere un controllo.
Vi sarà un tempo per Turno quando desidererà che Pallante intatto
fosse
stato riscattato a grande prezzo, e odierà queste spoglie
ed il giorno. Ma i compagni con molto gemito e lacrime 505
in
folla riportano Pallante posto sullo scudo.
Oh destinato a ritornare al padre quale dolore e grande onore,
questo ti
diede il primo giorno con la guerra, proprio questo ti toglie,
mentre tuttavia lasci enormi mucchi di Rutuli.
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