Eneide, Libro 10, traduzione vv. 606-635 - Studentville

Eneide, Libro 10, traduzione vv. 606-635

Iunonem interea compellat Iuppiter ultro: 10.606
‘o germana mihi atque eadem gratissima coniunx,

ut rebare, Venus nec te sententia fallit
Troianas sustentat opes, non vivida bello
dextra viris animusque ferox

patiensque pericli.’ 610
cui Iuno summissa: ‘quid, o pulcherrime coniunx,
sollicitas aegram et tua tristia dicta

timentem?
si mihi, quae quondam fuerat quamque esse decebat,
vis in amore foret, non hoc mihi namque negares,

omnipotens, quin et pugnae subducere Turnum 615
et Dauno possem incolumem servare parenti.
nunc pereat Teucrisque

pio det sanguine poenas.
ille tamen nostra deducit origine nomen
Pilumnusque illi quartus pater, et tua larga
saepe

manu multisque oneravit limina donis.’ 10.620
cui rex aetherii breviter sic fatur Olympi:
‘si mora praesentis leti

tempusque caduco
oratur iuveni meque hoc ita ponere sentis,
tolle fuga Turnum atque instantibus eripe fatis:

hactenus indulsisse vacat. sin altior istis 625
sub precibus venia ulla latet totumque moveri
mutarive putas bellum,

spes pascis inanis.’
et Iuno adlacrimans: ‘quid si, quae voce gravaris,
mente dares atque haec Turno rata vita

maneret?
nunc manet insontem gravis exitus, aut ego veri 630
vana feror. quod ut o potius formidine falsa
ludar, et

in melius tua, qui potes, orsa reflectas.’
Haec ubi dicta dedit, caelo se protinus alto
misit agens hiemem nimbo

succincta per auras,
Iliacamque aciem et Laurentia castra petivit. 635

Versione tradotta

Intanto Giove così si rivolge a Giunone:
"O perme sorella ed insieme carissima sposa,
come pensavi, Venere ( e

l'idea non ti inganna)
sostiene le forze troiane, gli uomini in guerra non hanno
una destra vivace, né animo fiero che

sopporta il rischio." 610
A lui Giunone sottomessa: "Perché, o bellissimo marito,
provochi una triste e che teme le tue

parole?
Se io, ed un tempo l'avevo ed era giusto che l'avessi,
avessi la forza nell'amore, non mi negheresti

questo,
onnipotente, che potessi sottrarre Turno allo scontro 615
e salvarlo incolume per il padre Dauno.
Ora perisca

e paghi il fio ai Teucri con il sangue pio.
Egli però prende il nome dalla nostra origine
e Pilumno gli è quarto padre e

spesso con larga
mano e molti doni colmò le tue soglie." 620
Ed a lei brevemente così risponde il re dell'etereo

Olimpo:
"Se si chiede un ritardo della morte presente ed unmomento
per il giovane destinato a cadere e pensi che io

decida così questo,
prendi Turno con la fuga e toglilo dai fati imminenti.
Fin qui è possibile permetterlo. Se sotto

queste preghiere 625
si nasconde un permesso maggiore e credi che tutta la guerra
si sconvolga o muti, nutri vane

speranze."
Egiunone piangendo: " E che? Se, quello che a parole ti rincresce,
tu dessi col cuore e questa vita restasse

valida per Turno?
Ma una morte pesante attende l'innocente, o io lontana 630
dal vero mi porto. Oh se piuttosto fossi

ingannata da falsa
paura, e tu che puoi cambiassi in meglio le tue parole."
Come espresse queste frasi, subito si lanciò

dall'alro
cielo, vestita di nube, trascinando nell'aria tempesta,
e si diresse alla schiera iliaca ed al campo

laurente. 635

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