Eneide, Libro 11, traduzione vv. 139-182 - Studentville

Eneide, Libro 11, traduzione vv. 139-182

Et iam Fama volans,

tanti praenuntia luctus,
Evandrum Evandrique domos et moenia replet, polipt,
quae modo victorem Latio Pallanta ferebat.

141
Arcades ad portas ruere et de more vetusto
funereas rapuere faces; lucet via longo
ordine flammarum et late

discriminat agros.
contra turba Phrygum veniens plangentia iungit 145
agmina. quae postquam matres succedere tectis

viderunt, maestam incendunt clamoribus urbem.
at non Evandrum potis est vis ulla tenere,
sed venit in medios.

feretro Pallante reposto
procubuit super atque haeret lacrimansque gemensque, 150
et via vix tandem voci laxata dolore

est:
‘non haec, o Palla, dederas promissa parenti,
cautius ut saevo velles te credere Marti.
haud ignarus eram

quantum nova gloria in armis
et praedulce decus primo certamine posset. 155
primitiae iuvenis miserae bellique propinqui

dura rudimenta, et nulli exaudita deorum
vota precesque meae. tuque, o sanctissima coniunx,
felix morte tua neque

in hunc servata dolorem.
contra ego vivendo vici mea fata, superstes 160
restarem ut genitor. Troum socia arma secutum

obruerent Rutuli telis. animam ipse dedissem
atque haec pompa domum me, non Pallanta, referret.
nec vos arguerim,

Teucri, nec foedera nec quas
iunximus hospitio dextras: sors ista senectae 165
debita erat nostrae. quod si immatura

manebat
mors gnatum, caesis Volscorum milibus ante
ducentem in Latium Teucros cecidisse iuvabit.
quin ego non alio

digner te funere, Palla,
quam pius Aeneas et quam magni Phryges et quam 170
Tyrrhenique duces, Tyrrhenum exercitus

omnis.
magna tropaea ferunt quos dat tua dextera leto;
tu quoque nunc stares immanis truncus in arvis,
esset par

aetas et idem si robur ab annis,
Turne. sed infelix Teucros quid demoror armis? 175
vadite et haec memores regi mandata

referte:
quod vitam moror invisam Pallante perempto
dextera causa tua est, Turnum gnatoque patrique
quam debere

vides. meritis vacat hic tibi solus
fortunaeque locus. non vitae gaudia quaero, 180
nec fas, sed gnato manis perferre

sub imos.’

Versione tradotta

E già la Fama volando,

annunciatrice di così grave lutto,
riempie Evandro, le mura e le case di Evandro, 140
quella che or ora raccontava al

Lazio Pallante vincitore.
Gli Arcadi corsero alle porte e secondo l'antico costume
strapparono torce funeree; la via

splende per il lungo
corteo di fiamme ed tutt'intorno disegna i campi.
La folla dei Frigi venendo incondo congiunge le

schiere 145
piangenti. Ma dopo che lemadri le videro avvicinarsi
alle case, accendono l'angosciata città di

grida.
Ma nessuna forza è capace di tenere Evandro,
e venne in mezzo. Si gettò su Pallante deposto
nel feretro e si

attacca piangendo e gemendo 150
ed a stento la via per la voce fu aperta dal dolore:
"Non avevi, Pallante, date queste

promesse al padre,
di volerti affidare più cautamente al crudele Marte.
Non ero ignaro quanto potesse la nuova

gloria
nelle armi e dolcissimo l'onore nel primo duello. 155
Misere primizie d'un giovane e duri

rudimenti
d'una guerra vicina, e da nessunodegli dei esauditi
i miei voti e le mie preghiere. Tu, o veneratissa

consorte,
fortunata per la morte enon conservata per questo dolore.
Io invece vivendo ho vinto i miei fati, da restare

160
un padre superstite. I Rutuli con le armi avessero assalito me
cheho seguito le armi alleate. Avessidato iostesso la

vita
e questo corteo riportasse a casa me, non Pallante.
Non potrei accusare voi, Teucri, né i patti né quelle
destre

che unimmo: questa sorte era dovuta 165
alla nostra vecchiaia. Che se una morte immatura attendeva
il figlio, uccisi

prima migliaia di Volsci,
sarà bello che sia caduto guidando i Teucri nel Lazio.
Anzi io non te penserei degno di altro

funerale, Pallante,
di quello del pio Enea, dei grandi Frigi, dei capi 170
Tirreni, di tutto l'esercito dei

Tirreni.
Recanograndi trofei, quello che la tua destra mette a morte;
Tu pure adesso staresti come un enorme tronco nei

campi,
se l'età fosse pari e la stessa forza per gli anni,
Turno. Ma perché infelice trattengo i Teucri dalle armi?

175
Andate e memori riferite al re questi mandati:
poichè sopporto l'odiata vita, morto Pallante,
il motivo è la

tua destra, che vedi deve al padre ed al figlio
Turno. Questa sola occasione manca a te per i meriti
e la fortuna. Non

cerco le gioie per la vita, 180
né è giusto, ma portarle al figlio sotto i profondi mani."

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