Eneide, Libro 11, traduzione vv. 759-804 - Studentville

Eneide, Libro 11, traduzione vv. 759-804

Tum fatis debitus Arruns
velocem iaculo et

multa prior arte Camillam
circuit, et quae sit fortuna facillima temptat. 760
qua se cumque furens medio tulit agmine

virgo,
hac Arruns subit et tacitus vestigia lustrat;
qua victrix redit illa pedemque ex hoste reportat,
hac iuvenis

furtim celeris detorquet habenas.
hos aditus iamque hos aditus omnemque pererrat 765
undique circuitum et certam quatit

improbus hastam.
Forte sacer Cybelo Chloreus olimque sacerdos
insignis longe Phrygiis fulgebat in armis

spumantemque agitabat equum, quem pellis aenis
in plumam squamis auro conserta tegebat. 770
ipse peregrina ferrugine

clarus et ostro
spicula torquebat Lycio Gortynia cornu;
aureus ex umeris erat arcus et aurea vati
cassida; tum

croceam chlamydemque sinusque crepantis
carbaseos fulvo in nodum collegerat auro 775
pictus acu tunicas et barbara

tegmina crurum.
hunc virgo, sive ut templis praefigeret arma
Troia, captivo sive ut se ferret in auro
venatrix,

unum ex omni certamine pugnae 780
caeca sequebatur totumque incauta per agmen
femineo praedae et spoliorum ardebat

amore,
telum ex insidiis cum tandem tempore capto
concitat et superos Arruns sic voce precatur:
‘summe deum,

sancti custos Soractis Apollo, 785
quem primi colimus, cui pineus ardor acervo
pascitur, et medium freti pietate per

ignem
cultores multa premimus vestigia pruna,
da, pater, hoc nostris aboleri dedecus armis,
omnipotens. non exuvias

pulsaeve tropaeum 790
virginis aut spolia ulla peto, mihi cetera laudem
facta ferent; haec dira meo dum vulnere pestis

pulsa cadat, patrias remeabo inglorius urbes.’
Audiit et voti Phoebus succedere partem
mente dedit, partem

volucris dispersit in auras: 795
sterneret ut subita turbatam morte Camillam
adnuit oranti; reducem ut patria alta

videret
non dedit, inque Notos vocem vertere procellae.
ergo ut missa manu sonitum dedit hasta per auras,

convertere animos acris oculosque tulere 800
cuncti ad reginam Volsci. nihil ipsa nec aurae
nec sonitus memor aut

venientis ab aethere teli,
hasta sub exsertam donec perlata papillam
haesit virgineumque alte bibit acta cruorem.

Versione tradotta

Poi votato ai

fati, Arrunte
circuisce la veloce Camilla per primo con molta
Astuzia, e tenta quale sia il momento più propizio. 760

Dovunque si portò in mezzo alla schiera la vergine furente
qui Arrunte s'acquatta e tacito spia le mosse;
dove lei

ritorna vittoriosa e riporta il passo dal nemico,
qui il giovane furtivamente volge le veloci briglie.
Questi ingressi e

questi altri ingressi ancora e vaga 765
ovunque per ogni passaggio e maligno scuote l'asta sicura.
Per caso Cloreo un

tempo sacerdote sacro al Cibelo
da lontano splendeva smagliante in armi frigie
e spronava uno spumeggiante cavallo, che

una pelle intessuta
d'oro con squame di bronzo a piuma proteggeva. 770
Lui splendido di curioso turchinoo e

porpora
lanciava freccegortinie con arco di corno licio;
Il vate aveva l'arco sulle spalle d'oro e d'oro

l'elmo; poi aveva raccolto la clamide di croco e
gli orli fruscianti di lino in un nododirosso oro 775
lavorate

con l'ago le tuniche e le barbare protezioni delle gambe.
Costui la vergine, sia per attaccare ai templi le

armi
troiane, sia per mostrasi cacciatrice nell'oro
catturato, lui solo tra ogni duello della battaglia 780
seguiva

cieca e per tutta la schiera incauta
ardeva del femminile amore di preda e spoglie,
quando negli agguati scelto

finalmente il momento
scaglia l'arma Arrunte e con la voce prega così:
"Sommo fra gli dei, Custode del santo Soratte

Apollo, 785
che per primi abbiam venerato, della cui catasta sipasce
l'ardore di pino, e fiduciosi nella pietà in

mezzo al fuoco
e noi adoratori prmiamo i passi su molta brace,
da' , padre, di abolire questo disonore con le nostre

armi,
onnipotente. Non chiedo le spoglie o il trofeidella sconfitta 790
vergine o alcun bottino, le altre imprese

mi
daranno onore; purchè cada con un mio colpo questa crudele
peste, sconfitta, ritornerò senza gloria alle città

paterne."
Ascoltò Apollo e concesse in cuore che parte del voto
si compisse, parte la disperse nell'aria alata: 795

accordò all'orante di abbattere Camilla travolta
da morte istantanea; non concesse di vedere reduce
le alte cose

patrie, e le procelle mandarono la frase ai Noti.
Perciò come l'asta lanciata con la mano mandò il sibilo

nell'aria,
volsero l'attenzione e portarono gli occhi attenti 800
sulla regina, tutti i Volsci. Lei, nulla né

memore
dell'aria né del sibilo, o dell'arma che veniva dall'etere,
fin che l'asta portata sotto la mammella

scoperta
s'attaccò ed entrata bevve profondamente il sangue virgineo.

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