Eneide, Libro 11, traduzione vv. 805-835 - Studentville

Eneide, Libro 11, traduzione vv. 805-835

concurrunt trepidae comites dominamque ruentem 805
suscipiunt. fugit

ante omnis exterritus Arruns
laetitia mixtoque metu, nec iam amplius hastae
credere nec telis occurrere virginis audet.

ac velut ille, prius quam tela inimica sequantur,
continuo in montis sese avius abdidit altos 810
occiso pastore

lupus magnove iuvenco,
conscius audacis facti, caudamque remulcens
subiecit pavitantem utero silvasque petivit:

haud secus ex oculis se turbidus abstulit Arruns
contentusque fuga mediis se immiscuit armis. 815
illa manu moriens

telum trahit, ossa sed inter
ferreus ad costas alto stat vulnere mucro.
labitur exsanguis, labuntur frigida leto

lumina, purpureus quondam color ora reliquit.
tum sic exspirans Accam ex aequalibus unam 820
adloquitur, fida ante

alias quae sola Camillae
quicum partiri curas, atque haec ita fatur:
‘hactenus, Acca soror, potui: nunc vulnus

acerbum
conficit, et tenebris nigrescunt omnia circum.
effuge et haec Turno mandata novissima perfer: 825
succedat

pugnae Troianosque arceat urbe.
iamque vale.’ simul his dictis linquebat habenas
ad terram non sponte fluens. tum

frigida toto
paulatim exsolvit se corpore, lentaque colla
et captum leto posuit caput, arma relinquens, 830
vitaque

cum gemitu fugit indignata sub umbras.
tum vero immensus surgens ferit aurea clamor
sidera: deiecta crudescit pugna

Camilla;
incurrunt densi simul omnis copia Teucrum
Tyrrhenique duces Evandrique Arcades alae. 835

Versione tradotta

Le compagne accorrono trepide e

sorreggono la regina 805
che crolla. Fugge prima di tutti atterrito Arrunte
con letizia e misto lutto, e non osa ormai

più confidare
nell'asta né affrontare le armi della vergine.
E come quel lupo, prima che giungano armi

nemiche,
subito si nascose lontano sugli alti monti, 810
ucciso il pastore o un grosso giovenco, cosciente

dell'impresa audace, ed abbassando la coda tremante
l'ha messa sotto il ventre e si è diretto alle selve:
non

diversamente Arrunte agitato si tolse dagli occhi
e contento della fuga si mescolò in mezzo alle armi. 815
Alla con la

mano, morente, estrae l'arma ma la punta
di ferro sta tra le ossa nelle costole con ferita profonda.
Vien meno

esangue, vengono meno, freddi di morte,
gli occhi, il colore un tempo purpureo ha lasciato le guance.
Poi spirando così

si rivolge ad Acca una 820
delle coetanee, che unica fedele più di tutte a Camilla
con cui spartiva gli affanni, e questo

così dice:
"Fin qui, orella Acca, ho potuto: ora una ferita acerba
mi finisce, e tutte le cose diventan nere di

tenebre.
Fuggi e questi ultimi avvisi portali a Turno. 825
Entri in battaglia ed allontani i Troiani dalla città.
Ed

ormai addio." Insieme a queste parole lasciava le briglie
a terra non spontaneamente, accasciandosi. Poi fredda per

tutto
il corpo si sciolse a paoco a poco, e posò il flessuoso collo
ed il capo preso dalla morte, lasciando le armi, 830

e la vita con un gemito fuggì angosciata sotto le ombre.
Allora davvero un gigantesco urlo sorgendo ferì le

dorate
stelle: battattuta Camilla la battagli rincrudisce.
Si scontrano serrati insieme tutta la truppa dei Teucri,
i

capi tirreni e le ale arcadi di Evandro. 835

  • Letteratura Latina
  • Libro 11
  • Virgilio

Ti potrebbe interessare

Link copiato negli appunti