Eneide, Libro 11, traduzione vv. 868-895 - Studentville

Eneide, Libro 11, traduzione vv. 868-895

Prima fugit domina amissa levis ala Camillae,
turbati

fugiunt Rutuli, fugit acer Atinas,
disiectique duces desolatique manipli 870
tuta petunt et equis aversi ad moenia

tendunt.
nec quisquam instantis Teucros letumque ferentis
sustentare valet telis aut sistere contra,
sed laxos

referunt umeris languentibus arcus,
quadripedumque putrem cursu quatit ungula campum.
volvitur ad muros caligine

turbidus atra
pulvis, et e speculis percussae pectora matres
femineum clamorem ad caeli sidera tollunt.
qui cursu

portas primi inrupere patentis,
hos inimica super mixto premit agmine turba, 880
nec miseram effugiunt mortem, sed

limine in ipso,
moenibus in patriis atque inter tuta domorum
confixi exspirant animas. pars claudere portas,
nec

sociis aperire viam nec moenibus audent
accipere orantis, oriturque miserrima caedes 885
defendentum armis aditus inque

arma ruentum.
exclusi ante oculos lacrimantumque ora parentum
pars in praecipitis fossas urgente ruina
volvitur,

immissis pars caeca et concita frenis
arietat in portas et duros obice postis. 890
ipsae de muris summo certamine matres

(monstrat amor verus patriae), ut videre Camillam
tela manu trepidae iaciunt ac robore duro
stipitibus ferrum

sudibusque imitantur obustis
praecipites, primaeque mori pro moenibus ardent. 895

Versione tradotta

'ala leggeradi Camilla, perduta la regina, fugge

per prima,
sconvolti fuggono i Rutuli, fugge l'aspro Atina,
i capi dispersi edi manipoli abbandonati 870
cercano

rifugi e voltatisi a cavallo si dirigono alle mura.
Ma nessuno è capace di sostenere con le armii Teucri
incalzanti e

recanti morte o contrastarli,
ma riportano gli archi allentati sulle spalle languenti,
lo zoccolo dei quadrupedi in corsa

batte la molle pianura. 875
In nera caligine s'avvolge presso le mura la torbida
polvere e dalle vedette le madri

percossesi i petti
alzano un femmineo grido alle stelle del cielo.
Quelli che di corsa per primi varcaronole porte

aperte,
costoro la folla nemica sopra li incalza con schiera unita, 880
e non sfuggono una misera morte, ma sulla stessa

soglia,
nelle patrie mura e nelle sicurezze delle case
trafitti esalano le vite. Parte osano chiudere
le porte, né

aprire la via ai compagni né accoglierli
supplicanti tra le mura, nasce una miserrima strage 885
di chi difende con le

armi gli ingressi e sulle armi cade.
Esclusi davantia gli occhi ed ai volti dei genitori piangenti
parte è travolta nei

fossati scoscesi, incalzando il disastro,
parte, ceca e spinta dalle briglie sfrenate
sbatte sulle porte ed i duri

battenti con spranga. 890
Dalle mura le stesse madri nel massimo scontro
(ilvero amor di patria insegna), come videro

Camilla
tremanti lanciano con mano armi e co duro rovere
con pali e tronchi induriti al fuoco imitano il ferro
rapide,

ed ardono di morire per prime a difesa delle mura. 895

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