Eneide, Libro 12, traduzione vv. 468-499 - Studentville

Eneide, Libro 12, traduzione vv. 468-499

Hoc concussa metu mentem Iuturna virago
aurigam Turni media

inter lora Metiscum
excutit et longe lapsum temone reliquit; 470
ipsa subit manibusque undantis flectit habenas

cuncta gerens, vocemque et corpus et arma Metisci.
nigra velut magnas domini cum divitis aedes
pervolat et pennis

alta atria lustrat hirundo
pabula parva legens nidisque loquacibus escas, 475
et nunc porticibus vacuis, nunc umida

circum
stagna sonat: similis medios Iuturna per hostis
fertur equis rapidoque volans obit omnia curru,
iamque hic

germanum iamque hic ostentat ovantem
nec conferre manum patitur, volat avia longe. 480
haud minus Aeneas tortos legit

obvius orbis,
vestigatque virum et disiecta per agmina magna
voce vocat. quotiens oculos coniecit in hostem

alipedumque fugam cursu temptavit equorum,
aversos totiens currus Iuturna retorsit. 485
heu, quid agat? vario

nequiquam fluctuat aestu,
diversaeque vocant animum in contraria curae.
huic Messapus, uti laeva duo forte gerebat

lenta, levis cursu, praefixa hastilia ferro,
horum unum certo contorquens derigit ictu. 490
substitit Aeneas et se

collegit in arma
poplite subsidens; apicem tamen incita summum
hasta tulit summasque excussit vertice cristas.
tum

vero adsurgunt irae, insidiisque subactus,
diversos ubi sensit equos currumque referri, 495
multa Iovem et laesi

testatus foederis aras
iam tandem invadit medios et Marte secundo
terribilis saevam nullo discrimine caedem

suscitat, irarumque omnis effundit habenas.

Versione tradotta

Spaventata in cuore da questa paura la guerriera Giuturna
rovescia Metisco, l'auriga di

Turno, in mezzo alle briglie
e lo lasciò lontano caduto dal timone; 470
ella subentra econ le mani piega le ondeggianti

redini
imitando in tutto, sia voce che corpo ed armi di Metisco.
Come quando una rondine nera vola peri grandi palazzi

d'un ricco signore e perlustra in volo gli alti atri
raccoglindo piccoli bocconi e le esche per i nidi loquaci, 475

ed ora nei portici vuoti, ora attorno agli umidi ristagni
stride: simile Giuturna in mezzo ai nemici si porta
coi

cavalli e volando sul rapido cocchio affronta tutto,
ed ora qua ora là mostra il fratello esultante
né permette attaccare

battaglia, vola lontano fuori via. 480
Non di meno Enea sulla via segue i tortuosi giri,
ricerca l'uomo e tra le

schiere sconvolte lo chiama a fran
voce. Quante volte gettò gli occhi sul nemico e tentò
(raggiungere) di corsa la fuga

dei cavalli con l'ali ai piedi,
altrettante volte Giuturna sviò il cocchio all'opposto. 485
Ahi, che fare? Invano

fluttua in una volubile marea,
diversi affanni chiamano la mente a cose contrarie.
A costui Messapo, poiché nella

sinistra portava due
flessibili aste munite di ferro, rapido nella corsa,
una di queste lanciandola la dirige a colpo

sicuro. 490
Enea si fermò e si raccolse nelle armi
piegandosi sul ginocchio; ma l'asta violenta prese
l'alto

della punta e scosse in cima la sommità delle creste.
Allora sì salgono le ire, costretto dall'insidia, come

s'accorse che i cavalli ed il cocchio si portavano fuori starda, 495
invocando molto Giove e gli altari del patto

violato
ormai finalmente si getta in mezzo e con Marte propizio,
terribile, provoca una strage furiosa senza

distinzione,
fa cadere tutte le redini delle ire.

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