Eneide, Libro 12, traduzione vv. 54-80 - Studentville

Eneide, Libro 12, traduzione vv. 54-80

At regina nova pugnae conterrita sorte
flebat et ardentem generum moritura

tenebat: 55
‘Turne, per has ego te lacrimas, per si quis Amatae
tangit honos animum: spes tu nunc una, senectae

tu requies miserae, decus imperiumque Latini
te penes, in te omnis domus inclinata recumbit.
unum oro: desiste

manum committere Teucris. 60
qui te cumque manent isto certamine casus
et me, Turne, manent; simul haec invisa relinquam

lumina nec generum Aenean captiva videbo.’
accepit vocem lacrimis Lavinia matris
flagrantis perfusa genas, cui

plurimus ignem 65
subiecit rubor et calefacta per ora cucurrit.
Indum sanguineo veluti violaverit ostro
si quis

ebur, aut mixta rubent ubi lilia multa
alba rosa, talis virgo dabat ore colores.
illum turbat amor figitque in virgine

vultus; 70
ardet in arma magis paucisque adfatur Amatam:
‘ne, quaeso, ne me lacrimis neve omine tanto
prosequere

in duri certamina Martis euntem,
o mater; neque enim Turno mora libera mortis.
nuntius haec, Idmon, Phrygio mea dicta

tyranno 75
haud placitura refer. cum primum crastina caelo
puniceis invecta rotis Aurora rubebit,
non Teucros agat

in Rutulos, Teucrum arma quiescant
et Rutuli; nostro dirimamus sanguine bellum,
illo quaeratur coniunx Lavinia

campo.’ 80

Versione tradotta

Ma la rerina atterrita dalla nuovasorte della

battaglia
piangeva e destinata amorire tratteneva il genero ardente: 55
"Turno, io te per queste lacrime, se l'onore

di Amata ti tocca
l'animo: tu ora unica speranza, tu riposo per la misera
vecchiaia, l'onore ed il potere di

Latino
dentro di te, in te tutta la casa vacillante si affida.
Una sola cosa prego: desisti dal combattere coi Teucri.

60
Qualunque evento attenda tecon questo duello
attende anche me, Turno: insieme lascierò queste odiate
luci e non

vedrò da prigioniera Enea come genero."
Lavinia accolse la frase della madre con le lacrime
irrigando le guance

brucianti, cui moltissimo rossore 65
aggiunse fuoco corse per tutto il viso infiammato.
Come se uno violasse avorio

indiano con porpora
sanguigna, o quando bianchi gligli rosseggiano per l'abbondante
rosa mischiata, la ragazza dava

tali colori in volto.
L'amore lo turba e fissa gli sguardi sulla ragazza; 70
arde per le armi e con poche parole si

rivolge ad Amata:
"No, ti prego, non accompagnare con lacrime né con così grave
augurio me che parto peri duelli del duro

Marte,
o madre, né Turno (ha) libero blocco della morte.
Idmone, come araldo porta queste mie parole che non 75

piaceranno al tiranno frigio. Appena l'aurora di domani
in cielo portata da ruote puniche rosseggerà,
non spinga i

Troiani contro i Rutuli, riposino le armi dei Teucri
ed i Rutuli; dirimiamo la guerra col nostro sangue,
su quell piana

si cerchi Lavinia come sposa. 80

  • Letteratura Latina
  • Libro 12
  • Virgilio

Ti potrebbe interessare

Link copiato negli appunti