Eneide, Libro 12, traduzione vv. 650-680 - Studentville

Eneide, Libro 12, traduzione vv. 650-680

Vix ea fatus erat: medios volat ecce

per hostis 650
vectus equo spumante Saces, adversa sagitta
saucius ora, ruitque implorans nomine Turnum:
‘Turne,

in te suprema salus, miserere tuorum.
fulminat Aeneas armis summasque minatur
deiecturum arces Italum excidioque

daturum, 655
iamque faces ad tecta volant. in te ora Latini,
in te oculos referunt; mussat rex ipse Latinus
quos

generos vocet aut quae sese ad foedera flectat.
praeterea regina, tui fidissima, dextra
occidit ipsa sua lucemque

exterrita fugit. 660
soli pro portis Messapus et acer Atinas
sustentant acies. circum hos utrimque phalanges
stant

densae strictisque seges mucronibus horret
ferrea; tu currum deserto in gramine versas.’
obstipuit varia confusus

imagine rerum 665
Turnus et obtutu tacito stetit; aestuat ingens
uno in corde pudor mixtoque insania luctu
et furiis

agitatus amor et conscia virtus.
ut primum discussae umbrae et lux reddita menti,
ardentis oculorum orbis ad moenia

torsit 670
turbidus eque rotis magnam respexit ad urbem.
Ecce autem flammis inter tabulata volutus
ad caelum undabat

vertex turrimque tenebat,
turrim compactis trabibus quam eduxerat ipse
subdideratque rotas pontisque instraverat altos.

675
‘iam iam fata, soror, superant, absiste morari;
quo deus et quo dura vocat Fortuna sequamur.
stat conferre

manum Aeneae, stat, quidquid acerbi est,
morte pati, neque me indecorem, germana, videbis
amplius. hunc, oro, sine me

furere ante furorem.’ 680

Versione tradotta

si era appena

espresso così: ecco in mezzo ai nemici vola 650
giunto su cavallo spumeggiante Sace, ferito davanti in faccia
Da una

freccia, si precipita implorando Turno per nome:
"Turno, in te l'ultima salvezza, abbi pietà dei tuoi.
Enea fulmina

conle armi e minaccia di abbattere le sommità
delle rocche degli Itali e di darle alla rovina, 655
Ormai le torce volano

sui tetti. Su te i Latini fissano
gli sguardi, su te gli occhi; lo stesso re Latino è incerto
chi chiamare genero o su

quali patti piegarsi.
Inoltre la regina, di te fedelissima, lei stessa cadde
per sua mano ed atterrita fuggì la luce.

660
Soli davanti alle porte Messapo e l'aspro Atina
sostengono le schiere. Attorno a costoro da ogni parte

stanno
falangi serrate e con spade sguainate una messe ferrea
sta dritta; tu fai girare il cocchio in un prato

deserto."
Stupì Turno confuso dalla varia immagine delle cose 665
e stette con tacita sguardo; brucia enorme in un unico

cuore vergogna e pazzia con unito lutto
edun amore agitato da furie ed un cosciente valore.
Appena le ombre furon

caccate e la lucefi restituita alla mente,
girò le ardenti orbite degli occhi alle mura 670
turbato e conle ruote si

volsealla grande città.
Ecco dunque tra gli assito avvolto da fiamme un vortice
ondeggiava al cielo e teneva la

torre,
la torre che lui stesso aveva innalzato con travi compatte, aveva applicato le ruote e costruito alti ponti. 675

"Ormai, ormai i fati, sorella, vincono, smetti di frenare;
dove il dio o dove la dura Fortuna chiami, seguiamo.
E'

deciso il battersi in lottacon Enea, è deciso, qualunque cosa ci sia
di doloroso, patirecon la morte, né mi vdrai più,

sorella, vigliacco.
Lascia, ti prego, che io prima renda furioso questo furore.

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