Eneide, Libro 12, traduzione vv. 81-112 - Studentville

Eneide, Libro 12, traduzione vv. 81-112

Haec

ubi dicta dedit rapidusque in tecta recessit,
poscit equos gaudetque tuens ante ora frementis,
Pilumno quos ipsa decus

dedit Orithyia,
qui candore nives anteirent, cursibus auras.
circumstant properi aurigae manibusque lacessunt 85

pectora plausa cavis et colla comantia pectunt.
ipse dehinc auro squalentem alboque orichalco
circumdat loricam

umeris, simul aptat habendo
ensemque clipeumque et rubrae cornua cristae,
ensem quem Dauno ignipotens deus ipse parenti

90
fecerat et Stygia candentem tinxerat unda.
exim quae mediis ingenti adnixa columnae
aedibus astabat, validam vi

corripit hastam,
Actoris Aurunci spolium, quassatque trementem
vociferans: ‘nunc, o numquam frustrata vocatus 95

hasta meos, nunc tempus adest: te maximus Actor,
te Turni nunc dextra gerit; da sternere corpus
loricamque manu

valida lacerare revulsam
semiviri Phrygis et foedare in pulvere crinis
vibratos calido ferro murraque madentis.’

100
his agitur furiis, totoque ardentis ab ore
scintillae absistunt, oculis micat acribus ignis,
mugitus veluti cum

prima in proelia taurus
terrificos ciet aut irasci in cornua temptat
arboris obnixus trunco, ventosque lacessit 105

ictibus aut sparsa ad pugnam proludit harena.
Nec minus interea maternis saevus in armis
Aeneas acuit Martem et se

suscitat ira,
oblato gaudens componi foedere bellum.
tum socios maestique metum solatur Iuli 110
fata docens,

regique iubet responsa Latino
certa referre viros et pacis dicere leges.

Versione tradotta

Come espresse

queste parole rapido ritorno nel palazzo,
chiede i cavalli e gode vedendoli frementi davanti agli occhi,
la stessa Oritìa

li diede a Pilunno come vanto,
che superassero in candore le nevi, nelle corse i venti.
Gli aurighi stanno attorno pronti

e con le mani cave 85
massaggiano i petti battuti e pettinano i colli chiomati.
Egli poi mette attorno alle spalle la

lorica irta d'oro
e di bianco ottone, insieme adatta spada ed elmo
per adoperarli e le corna della rossa cresta,
la

spada che lo stesso dio potente col fuoco aveva fatto 90
per il padre Dauno e l'aveva intinta incandescente nell'onda

stigia.
Poi quella che stava appoggiata ad una gigantesca colonna
in mezzo alle stanze con forza la strappa, la potente

asta,
spoglia dell'aurunco Attore, e la scuote, che vibra,
urlando:"Adesso, o asta che mai frustrasti le mie 95

chiamate, ora è il momento: te (già) il grandissimo Attore,
te ora stringe la destra di Turno; concedi di stendere il

corpo
e lacerare con mano potente la corazza spaccata
del mezzo uomo frigio e nella polvere sporcare i capelli

arricciati col ferro caldo e grondanti di mirra." 100
E' spinto da queste furie, e da tutto il volto

sprizzano
ardenti scintille, il fuoco brilla negliocchi penetranti,
come quandoun toro all'inizio dei duelli manda

muggiti
terrificanti o prova ad adirarsi nelle corna accanito
col tronco d'un albero, provoca i venti con colpi 105

o sparsa la sabbia prelude alla lotta.
Né meno bieco nelle armi materne intanto
Enea stimola Marte e si eccita di

ira,
gioendo che si finisca la guerra, offertosi il patto.
Poi consola i compagni e la paura del mesto Iulo 110

rivelando i fati, e comanda ad uomini di riferire al re Latino
risposte sicure e fissare leggi di pace.

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